L’inarrestabile crescita dei centenari: in Giappone sono centomila, in Italia 22mila
Nel nostro Paese i centenari erano appena 301 nel 1961, saliti a 1.304 nel 1981 e a 6.313 nel 2001. L’aumento non si è mai arrestato: al 1° gennaio 2024 l’Istat conta 22.552 persone con almeno 100 anni

Il numero dei centenari continua a crescere in tutto il mondo, con differenze significative tra aree geografiche, ma un trend comune: viviamo sempre più a lungo.
Nel nostro Paese i centenari erano appena 301 nel 1961, saliti a 1.304 nel 1981 e a 6.313 nel 2001. L’aumento non si è mai arrestato: al 1° gennaio 2024 l’Istat conta 22.552 persone con almeno 100 anni, con una netta prevalenza femminile, come avviene ovunque nel mondo.
Come è messa l’Europa
La Francia è oggi uno dei paesi europei con il maggior numero di persone che hanno superato il secolo di vita. Al 1° gennaio 2024 i centenari censiti erano oltre 31.000, contro gli appena 1.000 registrati negli anni Settanta.
Anche la Spagna registra numeri in forte crescita. Nel 2024 i centenari erano 16.902, di cui 13.919 donne e 2.983 uomini, secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (INE).
La Svizzera, pur con una popolazione ridotta rispetto ai grandi paesi vicini, conta circa 24 centenari ogni 100.000 abitanti al termine del 2024, confermando il trend continentale. Nell’insieme dell’Unione Europea, si stimano ormai quasi 100.000 centenari, con proiezioni che parlano di oltre 480.000 nel 2050.
Giappone: record mondiale di longevità
Il caso più eclatante resta quello del Giappone, dove il numero di centenari cresce senza sosta da 55 anni consecutivi. Nel 2024 si contano 99.763 persone con almeno 100 anni, con un incremento di 4.644 rispetto al 2023. Le donne sono l’88% (87.784), gli uomini 11.979.
La persona più anziana è Shigeko Kagawa, 114 anni, di Nara, mentre l’uomo più longevo è Kiyotaka Mizuno, 111 anni, di Shizuoka.
L’evoluzione è impressionante: nel 1963 erano appena 153 i giapponesi centenari, cifra che ha superato le 10.000 unità nel 1998. Oggi il Paese vanta una delle aspettative di vita più alte al mondo: 87,1 anni per le donne e 81,1 per gli uomini. Gli esperti spiegano questo primato con la diminuzione dei decessi per malattie cardiache e tumori, insieme a uno stile di vita caratterizzato da una dieta povera di carne rossa e ricca di pesce e verdure.
L’evoluzione dell’aspettativa di vita dal 1950 al 2025: il caso italiano
Negli ultimi 75 anni l’aspettativa di vita mondiale è cresciuta in modo impressionante, trasformando profondamente le società. I dati ONU mostrano come, tra il 1950 e il 2025, i paesi sviluppati abbiano guadagnato oltre dieci anni di vita media.
Nel 1950, i paesi con la vita media più alta erano la Norvegia (72,3 anni), i Paesi Bassi (71,5) e la Svezia (71,3). L’Italia non compariva tra i primi posti, mentre la Germania chiudeva la classifica con 67 anni.
A fine millennio, il primato passò all’Asia: il Giappone con 81,3 anni guidava la classifica, seguito da Hong Kong (80,8) e Svizzera (80,0). L’Italia entrava stabilmente nella top ten mondiale con 79,7 anni, superando paesi come Francia (79,1) e Norvegia (78,8).
2025: l’Italia tra le prime dieci
Le proiezioni per il 2025 confermano un ulteriore balzo: in testa troviamo Hong Kong (85,8), Giappone (85,0) e Corea del Sud (84,5). L’Italia si colloca al sesto posto mondiale con 84,0 anni, vicina a Svizzera e Australia e davanti a Francia e Svezia.
Il progresso italiano
Il caso italiano è emblematico:
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1950: fuori dai vertici mondiali;
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2000: tra i primi dieci con quasi 80 anni di vita media;
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2025: prevista tra le prime nazioni al mondo con oltre 84 anni.
Un progresso di oltre quindici anni in tre quarti di secolo, che riflette i miglioramenti nella sanità pubblica, nelle condizioni di vita, nell’alimentazione mediterranea e nella riduzione della mortalità infantile e per malattie infettive.
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