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“Non chiamiamole piste ciclabili”, le riflessioni dei lettori sulla nuova segnaletica

Le considerazioni arrivate in redazione a seguito dell'articolo “Non chiamiamole ciclabili, ma anche i disegni servono”

Ciclabili Legnano

I nuovi percorsi ciclabili di Legnano continuano a far discutere ciclisti e motociclisti. L’articolo “Non chiamiamole ciclabili, ma anche i disegni servono” ha generato dibattito tra i lettori: da una parte c’è chi ritiene inutile, se non addirittura pericolosa, la segnaletica fatta di corsie e pittogrammi laddove non è possibile realizzare vere e proprie piste ciclabili; dall’altra chi le considera comunque una forma di tutela per l’utente più fragile della strada.

Abbiamo raccolto alcune considerazioni arrivate in redazione, che contribuiscono in maniera propositiva alla discussione. Il lettore Andrea Airaghi sottolinea l’importanza dell’attenzione che l’automobilista deve sempre avere nei confronti dei ciclisti, soprattutto durante le fasi di sorpasso. Fabio, invece, si chiede quale sia l’utilità del tracciato realizzato in Corso Garibaldi: a suo avviso sarebbe stato più efficace introdurre un dissuasore di velocità, a beneficio non solo dei ciclisti ma di tutti gli utenti della strada. C’è infine chi invita a guardare all’esperienza di altri Paesi, come l’Olanda, dove già da tempo, lungo le strade più strette, agli automobilisti viene ricordato che non sono gli unici a utilizzare la carreggiata. In questi casi, le segnalazioni stradali – simili ai pittogrammi introdotti a Legnano – hanno lo scopo di rendere più consapevoli gli utenti e favorire una convivenza sicura. Di seguito le lettere


Buonasera direttore,
Condivido con lei qualche leggero pensiero in libertà prendendo spunto da un commento che ho visto su uno dei tanti  canali social che riporta fatti, avvenimenti e commenti che riguardano la nostra città. Scorrendo nel feriale agosto dalla mia località di villeggiatura i vari post di una delle tante agorà 2.0 uno in particolare mi ha colpito. Non voglio assolutamente entrare nel merito della diatriba che da mesi catalizza i nostri concittadini (piste ciclabili sì, piste ciclabili no ….. Se proprio interessa personalmente da ciclista sono favorevole e da automobilista  sono incazzato quando le vedo vuote con le bici in carreggiata senza nessuno che prende provvedimenti), mi soffermo però su un passaggio del signor Franco, che ho tenuto ad evidenziare:  “Chi guida automezzi confida che i ciclisti rimangano all’interno della corsia e quindi li sorpassano senza particolare attenzione”. In questa semplice affermazione a mio parere il signor Franco condensa il vero problema di una mentalità vetusta e ormai fuori dai tempi forse comprensibilmente giustificata dall’età: perché non si deve prestare particolare attenzione in fase di sorpasso di un ciclista? Io da (spero buon) automobilista non confido negli altri, io confido in me stesso e nelle mia idoneità di guida e nella mie capacità di riconoscere quando le condizioni mi consentono di manovrare anche e soprattutto nel rispetto degli utenti più fragili. Cordiali saluti
Ps – ho avuto il piacere di passare alcuni giorni di ferie in un altro stato europeo  in cui pittogrammi di ciclisti in carreggiate troppo strette per definire aree riservate separate e segregate e restringimenti in stile via Genova sono la normalità, a differenza nostra ho riscontrato però rispetto generalizzato dei ruoli e delle regole (pedoni, ciclisti e automobilisti) che forse è quello che di cui noi abbiamo necessariamente bisogno.

Gentile redazione,
sono un cittadino che vive in corso Garibaldi verso la città di Castellanza . Io mi chiedo qual è l’utilità di questa pseudo ciclabile….. Mi spiego meglio , vivo in questa via oramai da 10 anni nn sarebbe stato meglio mettere dei dissuasori di velocità visto che l auto sfrecciano ad alta velocità . In questo modo si tutela tutti ciclisti e non.
La ringrazio per il suo tempo

Un altro lettore scrive: “Basterebbe guardare ai paesi che spingono la mobilità in bici da oltre 50anni come l’Olanda: laddove è possibile si costruiscono sedi apposite per i ciclisti dove non lo è viene ricordato agli automobilisti che non sono gli unici utenti della sede stradale con segnalazioni di questo tipo (e vernice rossa). Purtroppo lo sport nazionale ultimamente  è quello di parlare anche quando non si conosce l’argomento e lo si fa riempiendo di insulti ahinoi”.

Infine una cittadina legnanese commenta: «Devo dire che come al solito, la valanga di insulti ricevuti per i pittogrammi, derivano da una ignoranza del tema: il principio delle piste ciclabili non dovrebbe essere quello “si fanno dove c’è posto” ma quello per cui gli automobilisti si rendano consapevoli che non sono gli unici utenti della sede stradale per cui devono adeguare la loro guida alla presenza di pedoni e ciclisti che, va da se che devono comunque rispettare le regole che competono loro”.

Non chiamiamole piste ciclabili, ma anche i disegni servono

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Agosto 2025
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