Il circolo ACLI Madonna Regina di Busto Arsizio, un antidoto contro la “solitudine della porta accanto”
Nato nel 1967, il circolo ACLI Madonna Regina di Busto Arsizio ancora oggi è un motore instancabile di aggregazione per provare a cambiare in meglio la società

È il 1967. A Città del Capo Christiaan Barnard esegue il primo trapianto di cuore, a Londra i Pink Floyd pubblicano il loro primo singolo, a New York montano le proteste contro la guerra in Vietnam. In Italia sono gli anni del boom: il Paese “vola” sulle ali del miracolo economico, e la Busto Arsizio del tessile non fa eccezione. In città i campi agricoli sono sempre meno, lì dove c’erano terreni e cascine arrivano nuove case e palazzine e nascono nuovi quartieri. Tra questi c’è Madonna Regina, che nasce letteralmente intorno alla chiesa. La prima pietra per la nuova parrocchia viene posata nel 1961, e non passerà molto prima che all’ombra del campanile nasca anche il circolo ACLI Madonna Regina, in un locale sotto la chiesa.
Un circolo nato e cresciuto insieme alla parrocchia
La data di nascita ufficiale è il 19 marzo 1967, l’input arriva dal parroco di allora, don Marco Brivio. Il primo presidente è Angelo Genivolta, con lui nel consiglio direttivo siedono come soci fondatori Mario Bossi, Egidio Forasacco, Enrico Trotti, Enrico Lualdi, Cesare Mara, Alessandro Rota, Oreste Sala, Mario Corno, Angelo De Bernardi, Erminio Aldeni, Silvio Gallazzi, Tarcisio Forasacco, Dante Moriggi e Carlo Galeazzo. Alle soglie dei sei decenni di vita, due di loro, Tarcisio Forasacco ed Enrico Trotti, sono ancora lì, a portare avanti le sorti del circolo di via Favana.
Il nostro desiderio era quello di dare vita ad un punto di riferimento, di creare un centro dove ritrovarsi.
È quello che succederà. Intorno al circolo ACLI Madonna Regina nasce prima una società calcistica, l’Associazione Calcio San Marco, fondata nel 1967 e attiva ancora oggi. Poi, nel 1973, è il turno dell’atletica leggera, che è arrivata a sua volta fino ai giorni nostri e oggi conta oltre duemila atleti, oltre ad essersi intestata negli anni la paternità della campestre “A pe’ in brughea”, organizzata nei boschi intorno alla parrocchia. Nello stesso anno scocca anche l’ora dei campi da bocce, all’epoca utilizzabili solo nella bella stagione e ancora oggi marchio di fabbrica del circolo, che nel 1994 ha messo in piedi una struttura per poterli utilizzare anche in inverno, con tanto di bar. L’idea funziona e diventa un vero e proprio traino per le ACLI di Madonna Regina, tanto che si inizia a lavorare per una soluzione più stabile. A farlo sono i volontari stessi, che nei fine settimana si mettono all’opera sotto lo sguardo benevolo del parroco. «Ci diceva sempre – ricorda Tarcisio Forasacco con un sorriso -: “Lavorate anche giorno e notte, purché non perdiate la messa”».
La struttura esterna permanente così come la vediamo oggi è dei primi anni Duemila, gli stessi anni in cui il circolo si è fatto promotore della nascita del “Forum permanente delle associazioni di Madonna Regina”, a pochi giri di calendario dai festeggiamenti per i suoi primi 40 anni di vita nel 2007. In quello stesso anno nasce anche il gruppo femminile, con una serata di ritrovo ad hoc dedicata ad attività che spaziano dal ricamo alla realizzazione di lavoretti artigianali che poi grazie ai mercatini contribuiscono a finanziare progetti di adozione a distanza e ovviamente le iniziative del circolo. Iniziative sempre legate a doppio filo alla parrocchia, per la quale il circolo ACLI Madonna Regina si è sempre speso senza riserve come sottolinea il presidente Doriano Riganti insieme a vere e proprie “colonne” dell’associazione come Sergio Moriggi, Tarcisio Forasacco e Lorenzo Forasacco.
Siamo nati con la parrocchia e continuiamo a farla vivere.
Dietro alla dichiarazione dei redditi c’è di più
Ancora oggi il circolo Acli Madonna Regina è infatti il motore non solo della propria festa, ma anche della festa patronale e fa da cabina di regia ad iniziative che per il quartiere sono linfa vitale, dai tornei di carte a quelli di bocce. Via Favana negli anni ha fatto da fucina anche a tante attività socio-culturali, come le gite sociali in tutta Italia iniziate nel 1998 e purtroppo messe in stand by dalla pandemia, la partecipazione ad iniziative culturali – non senza momenti conviviali all’insegna di una pizza e tante chiacchiere – e l’organizzazione, insieme al gruppo socio-culturale delle parrocchie di Santa Maria Regina e del SS. Redentore, di serate formative e informative che hanno spaziato dal fine vita all’intelligenza artificiale e sono già pronte a proseguire con la finanza etica.
I soci del circolo, inoltre, per anni hanno partecipato alle visite nelle fabbriche per la Festa dei Lavoratori e ancora oggi aprono le proprie porte per le riunioni settimanali a tante società sportive e a realtà come l’AVIS, oltre che ai ragazzi diversamente abili per pomeriggi dedicati alle bocce e ai più giovani, che nella sede del circolo trovano le porte aperte per potersi incontrare. Sempre nell’ottica di mettersi al servizio dei giovani, peraltro, il circolo ACLI Madonna Regina ha recentemente messo i suoi locali anche a disposizione della cooperativa Elaborando, in un fil rouge ideale con le serate organizzate anni fa, quando ancora non c’era la piazza nel quartiere, per provare a sondare le esigenze dei ragazzi. Il tutto senza dimenticare la spinta che negli anni il circolo ha sempre dato ai progetti di urbanistica partecipata e il servizio di patronato, che oggi riguarda soprattutto la predisposizione delle dichiarazioni dei redditi, per cui ogni anno passano dai locali al centro comunitario dove le ACLI hanno uno sportello ad hoc circa 200 persone.
Il circolo è un luogo di incontro e di confronto: il taglio che abbiamo sempre voluto darci è quello di rendere visibile la volontà che ci spinge ad impegnarci per la nascita di una società più democratica e solidale.
«Nel quartiere siamo un punto di riferimento e di apertura – sottolinea il presidente -: tutti possono dialogare con noi. Le ACLI ti danno la possibilità di metterti al servizio e di fare un volontariato di serie A perché si tratta davvero di un volontariato a 360 gradi».
Un antidoto alla solitudine della porta accanto
In quasi 60 anni di vita dalla sede del circolo ACLI Madonna Regina di soci ne sono passati tanti, e ancora oggi i tesserati sono circa 300. Il mondo dal 1967 è cambiato, e insieme a lui anche Busto Arsizio e il quartiere Madonna Regina. La pandemia ha messo a dura prova anche il circolo ACLI del rione, che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con un’affluenza che soprattutto la sera non è più quella dei tempi d’oro e con la difficoltà di coinvolgere nuove leve. In via Favana, però, arrendersi non è un’opzione: il circolo è nato come antidoto contro la solitudine della porta accanto, e tuttora la sua anima rimane intatta.
Oggi il primo obiettivo coltivato dai soci è quello di completare la struttura estiva, facendone di fatto la nuova sede del circolo, con locali più accessibili. Si parla di cifre importanti e quindi il presidente Doriano Riganti e la sua squadra stanno lavorando a step, senza mai rinunciare, però, alle opere di beneficenza che da sempre caratterizzano il circolo, dal sostegno al centro di ascolto all’appoggio alla parrocchia. Ma il vero “sogno nel cassetto” è ancora quello che ha tenuto a battesimo il circolo: fare rete e creare aggregazione per provare a cambiare in meglio la società. «Vorremmo riuscire a spingere i più giovani a non rimanere in casa – sottolinea Lorenzo Forasacco -, a spegnere computer e smartphone e ad ascoltare quello che succede intorno a loro. Può sembrare che internet dia tutto quello che si desidera, ma solo lasciandosi coinvolgere e confrontandosi con altre persone si ha modo di ragionare e ascoltare».
L’ascolto è importantissimo, ed è fondamentale creare momenti in cui ci si possa fermare a riflettere sui problemi, altrimenti si finisce per essere circondati dal deserto.
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