Dal balcone alle stelle: la passione di Stefano che cattura l’universo da Vanzaghello
Un commerciale di 45 anni ha trasformato il suo terrazzo in un piccolo osservatorio astronomico, immortalando meraviglie cosmiche a migliaia di anni luce di distanza

Si definisce astrofotografo, ma Stefano Pizzeghello ci tiene subito a precisare che la sua è la passione di chi ama la fotografia e ha imparato a cercare nel cielo ciò che l’occhio nudo non riesce a vedere. Non è uno studioso, né uno scienziato: semplicemente un appassionato che piano piano ha imparato a conoscere il cielo e se ne è innamorato perdutamente.
Quarantacinque anni, commerciale di professione, Stefano ha sempre nutrito una passione per la fotografia. Ma è stata una serata sul balcone con un amico esperto di astrofotografia a spalancargli le porte di un mondo completamente nuovo: “Alessandro voleva mostrarmi come scattare qualche foto del cielo con apparecchi particolari. Aveva fotografato cieli in paesi lontani ed era diventato davvero bravo. Da quel momento è nata la mia passione”, racconta.
I risultati parlano da soli. La straordinaria immagine che accompagna questo articolo è stata scattata appena due giorni fa dal balcone della sua casa a Vanzaghello. “Si tratta di NGC 6888, conosciuta anche come Nebulosa Crescente“, spiega Stefano con l’entusiasmo di chi ha fatto una scoperta preziosa. “È una nebulosa a emissione situata nella costellazione del Cigno, a circa 5.000 anni luce dalla Terra. Si è formata dall’interazione tra il forte vento stellare della stella Wolf-Rayet WR 136 e il materiale espulso in precedenza durante una fase della sua evoluzione. Il risultato è una bolla luminosa di gas e polveri che si espande nello spazio, con strutture complesse e filamenti brillanti visibili nelle bande H-alfa e ossigeno doppio ionizzato. Ha un diametro apparente di circa 18 anni luce ed è uno spettacolo che affascina noi astrofotografi”.
Non si tratta certo di un semplice clic fatto con lo smartphone. L’immagine è il frutto di un lavoro paziente: “Ho utilizzato un telescopio con focale da 400mm autoguidato. Questa foto è la somma di 30 scatti da 300 secondi ciascuno, realizzati con un’astrocamera dedicata: tutto rigorosamente dal mio terrazzo di casa”.
Il percorso di Stefano è quello tipico di chi sviluppa una passione e la fa crescere con dedizione: “All’inizio montavo e smontavo l’attrezzatura ogni volta: non potevo lasciarla esposta all’aperto, perché il caldo o il freddo eccessivi l’avrebbero danneggiata. Poi sono passato ad attrezzatura comandata a distanza, stando comodamente in casa. Ora ho costruito una casetta con il tetto apribile: l’attrezzatura rimane sempre lì e quando voglio scattare una foto, se le condizioni meteo lo permettono, devo solo aprire il tetto della casetta sul balcone”. In pratica, un piccolo osservatorio fai-da-te.

“La tecnologia ha fatto passi da gigante”, continua Stefano con soddisfazione. “Oggi tramite software dedicato, posso decidere il target di interesse ed in modo automatico lo strumento si posiziona nel punto desiderato, con margini di errore minimi”.
Fondamentale è poi il lavoro di post-produzione, una fase delicata che richiede competenza e pazienza: “Il problema dell’inquinamento luminoso dalle nostre parti complica molto il lavoro degli astrofotografi. Per questo dobbiamo applicare filtri specifici e selezionare le bande corrette. Dalle mie parti, ad esempio, la luce dell’aeroporto di Malpensa è piuttosto invasiva”.
“Lo so che a volte le mie foto possono sembrare ‘artificiali'”, ammette Stefano, “ma garantisco che sono il frutto di un grande lavoro. Non ho la pretesa di sostituirmi a chi fa queste cose per professione o per ricerca scientifica: la mia è semplicemente una passione che mi regala emozioni uniche”.
Quelle emozioni che si trasmettono inevitabilmente anche a chi osserva: perché a volte basta alzare gli occhi al cielo per scoprire che l’universo è molto più vicino di quanto immaginiamo.
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