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È morto Hulk Hogan,l’uomo che trasformò il wrestling in un fenomeno mondiale

Aveva 71 anni e sarebbe morto a causa di un arresto cardiaco. Rese popolare anche in Italia questo tipo di spettacolo negli anni '80

hulk hogan

È morto oggi, giovedì, all’età di 71 anni uno dei miti del wrestling. Hulk Hogan, al secolo Terry Gene Bollea. Negli anni ’80 e ’90 il suo carisma ha trasformato un fenomeno di nicchia in uno spettacolo di massa. La causa della morte sarebbe un arresto cardiaco.

Hulk Hogan è considerato uno dei più grandi interpreti della storia del wrestling professionistico. Nato nel 1953 ad Augusta, in Georgia, è diventato celebre a livello internazionale come volto della World Wrestling Federation (WWF) e simbolo di un’epoca che ha ridefinito lo sport-spettacolo.

L’ascesa negli Stati Uniti

Hogan ha iniziato la sua carriera negli anni ’70, ma il successo mondiale è arrivato nei primi anni ’80, quando Vince McMahon, proprietario della WWF, intuì il potenziale mediatico del suo fisico imponente, del look inconfondibile – baffi biondi, bandana e muscoli scolpiti – e del personaggio larger-than-life. Hogan è stato protagonista di eventi storici come WrestleMania III (1987), dove affrontò André the Giant davanti a oltre 90.000 spettatori, un match rimasto nella memoria collettiva.

L’impatto in Italia

In Italia, Hulk Hogan è stato uno dei principali artefici della popolarità del wrestling a partire dagli anni ’80. L’arrivo delle trasmissioni di wrestling sulle reti private – in particolare Italia 1, con il programma “Wrestling WWF” condotto da Dan Peterson – ha reso Hogan una vera e propria icona pop per il pubblico italiano. La sua immagine, associata al motto “Say your prayers and eat your vitamins” (“Dite le vostre preghiere e mangiate le vostre vitamine”), ha conquistato una generazione di ragazzi, trasformandolo in un eroe positivo e familiare anche al di fuori del ring.

Tra sport e spettacolo

Il contributo di Hogan è stato decisivo per l’evoluzione del wrestling in Italia: da disciplina semi-sconosciuta a fenomeno televisivo di massa. Le sue rivalità epiche – con André the Giant, “Macho Man” Randy Savage e The Ultimate Warrior – non erano solo incontri sportivi, ma vere e proprie narrazioni eroiche che mescolavano atletismo, dramma e intrattenimento, anticipando il linguaggio spettacolare che oggi domina l’intrattenimento sportivo.

Redazione
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Pubblicato il 24 Luglio 2025
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