Kanji Kantei: non solo un esame, ma una rampa di lancio verso la cultura giapponese
Accompagnati da GB GIAPPONE, il 15 giugno, presso l’Istituto Cultura e Linguistica Giapponese di Milano, nove ragazzi hanno sostenuto l'esame Kanji Kantei di livello 10

È diventata ormai una tradizione per GB GIAPPONE sostenere e accompagnare gli studenti che, da anni, si apprestano a sostenere l’esame ufficiale giapponese “Kanji Kentei” di livello 10, conseguendo oltretutto ottimi risultati. L’esame certifica la conoscenza dei primi 80 kanji (caratteri giapponesi, rappresentativi di un’immagine o un concetto) studiati nel primo anno della scuola elementare giapponese.
GB GIAPPONE fornisce simulazioni e supporto in vista dell’esame. Affrontare la prova in un contesto in cui si parla soltanto giapponese è una sfida importante. Nonostante le difficoltà, tuttavia, quest’anno sono nove gli studenti che hanno deciso di sottoporsi all’esame: Alessandro Ceriotti, Rita Castorri, Francesco Amoroso, Massimiliano Cavallo, Michela Bianchi, Michela Albertin, Chiara Sangermano, Dennis Longo e Joanne Baldoni. Alcuni di loro, originari di Trieste, hanno raggiunto Milano il giorno precedente all’esame. La prova, infatti, è stata sostenuta dai candidati domenica 15 giugno 2025 in mattinata, presso l’Istituto Cultura e Linguistica Giapponese in Via Vincenzo Monti, 41 a Milano.
Alcuni studenti, che durante il tentativo precedente avevano mancato il punteggio minimo per soli 2-3 punti, hanno, questa volta, superato l’esame con successo. Gran parte di loro ha espresso grande soddisfazione e un senso di crescita personale.
Scoprire il Giappone e la cultura orientale: le dichiarazioni dei candidati
«È stata un’esperienza meravigliosa. Sembrava davvero di essere in Giappone!», ha affermato Massimiliano Cavallo in seguito alla prova. Rita Castorri ha definito l’esperienza «bellissima. Mi ha fatto rendere conto dei progressi fatti nello studio della lingua. Sostenere l’esame in una scuola dove si parla solo giapponese è stato emozionante. E mi sono trovata benissimo con il gruppo. Grazie a tutti!». Le difficoltà non sono certo mancate, come ricorda Michela Albertin «è stato bellissimo mettermi di nuovo alla prova con i kanji, anche se è stata dura». La ragazza conferma comunque il suo interesse per la lingua, dichiarandosi emozionata per il suo prossimo viaggio «Non vedo l’ora di partire per due settimane in Giappone per un’immersione totale!».
«Kanji Kentei è mettersi alla prova, ed è anche la dimostrazione d’interesse per una cultura che è molto lontana geograficamente ma molto vicina ai nostri cuori: nonostante impegni lavorativi ed altro, ho trovato il tempo di dedicarmi a quello che amo, e come me tanti altri compagni di corso. Il mio prossimo obiettivo sarà quello di andare a vivere in Giappone l’anno prossimo e questo esame mi ha aiutato molto ad immergermi nella cultura orientale! Grazie a Yoko per averci dato questa opportunità», afferma Francesco Amoroso, esprimendo la sua gratitudine nei confronti di Yoko Takada, maestra delle cerimonie giapponesi.
Alessandro Ceriotti, invece, ricorda quanto sia importante affrontare le sfide a testa alta. Queste sono le sue parole: «Il Kanji Kentei è sempre una sfida, ma è un test a cui sono felice di sottopormi. Cercare sempre di superare i propri limiti è importante, specialmente nello studio del giapponese. Non so se avrò mai il coraggio di andare in Giappone, ma mi piacerebbe almeno poter dire che la sua lingua non mi ha fermato».
Lo studio della lingua giapponese ha permesso a molti ragazzi di entrare in contatto con la cultura locale, desiderando quindi di poterla vivere in prima persona. Chiara Sangermano ne è un esempio; «Tra la quotidianità che ti risucchia nel suo vortice è veramente eccezionale riuscire, passo dopo passo, a riprendere un po’ di spazio per seguire un corso che ti aiuta ad avvicinarti a una cultura così bella, diversa, tradizionale ed a tratti futuristica che ti riempie il cuore… perché il mio è rimasto lì. E non vedo l’ora di tornarci». Al contrario c’è, chi da sempre, ama la cultura giapponese. Michela Bianchi ha adorato studiare e solo successivamente sostenere un esame tanto complesso. La ragazza è da sempre interessata al Giappone e alla sua cultura, e, da amante delle lingue, non poteva non cimentarsi anche nello studio dell’idioma giapponese. Secondo lei, infatti, «sapere una lingua ti avvicina molto di più al paese e alle persone che la parlano. Ti immergi completamente in un mondo nuovo e puoi comprenderlo sotto tanti aspetti, perché lingua è anche cultura! È stato bello poter parlare un po’ di giapponese con le insegnanti della scuola ed essere circondata da tanti studenti giapponesi. Speriamo che questo sia solo l’inizio di altri traguardi per imparare bene il giapponese».
Le parole di Giulia Boschin, insegnante privata di giapponese, sono rivolte ai suoi studenti, che ancora una volta, hanno saputo emozionarla; «Partecipare insieme agli studenti a questo esame è sempre una grande emozione. Vedere l’impegno di ciascuno nello studio e vedere quanto tempo e dedizione dedicano a questa lingua per poi mettersi alla prova in un test così impegnativo non ha paragoni. Condividere questa esperienza insieme crea un legame senza limiti e ogni volta che si esce dalla scuola dopo l’esame li guardo negli occhi ed è come se fossimo su un veliero a guardare l’orizzonte e a pensare “明日は明日の風が吹く” – Il vento di domani soffierà- , come se avessimo oramai il potere della conoscenza dentro di noi».
GB GIAPPONE ha a cuore la vita e l’istruzione dei ragazzi. Studiare una nuova lingua e sostenere un conseguente esame può essere un ottimo modo di mettersi alla prova. GB GIAPPONE lo sa, e, periodicamente, organizza eventi e manifestazioni con l’intento di farsi conoscere e far conoscere la cultura giapponese.
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