Le proteste degli studenti contro il caro affitti. Lamentele, pigrizia, happy hour
La rubrica "Il prof tra i banchi", curata da Alberto Introini, tratta argomenti di scuola, didattica e formazione: in questa puntata si parla del tema caldo delle proteste per il caro affitti, degli studenti pendolari e di diritto allo studio

Da alcuni giorni, soprattutto nelle città di Milano, Torino e Roma, si è diffusa la protesta di un movimento studentesco contro gli affitti carissimi degli alloggi. Il risentimento si sta manifestando in modo pacifico: si sono accampati con delle tende nelle zone limitrofe agli edifici delle università o dei municipi.
Come spesso accade quando si genera un malcontento, le opposizioni (di qualsiasi colore) cavalcano e ingigantiscono la situazione, per creare difficoltà alla maggioranza (di qualsiasi colore). Anche in questo caso, infatti, alcuni leader politici e sindacali hanno fatto visita agli “attendati” per ascoltare le loro richieste. Tutto legittimo, naturalmente. Proviamo tuttavia a guardare al cuore del problema.
Fuori corso e pigrizia
In Italia abbiamo quasi 2 milioni di studenti universitari; di questi, circa il 40% è fuori corso; possiamo immaginare che se la prendano comoda per varie motivazioni. Alcuni magari svolgono già qualche lavoretto, altri hanno ritmi di studio più lenti del previsto, altri ancora sono semplicemente pigri e iscritti per hobby.
Ecco, a riguardo dei pigri, in un’intervista di pochi anni or sono, il fondatore di Eataly – Oscar Farinetti – sosteneva apertamente che “la lamentela è figlia della pigrizia…la lamentela è un alibi per non impegnarsi. A lamentarsi sono quelli che si svegliano la mattina tardi, e iniziano a lamentarsi”. Fino a concludere che “chi non è pigro, alla fine ce la fa sempre, in ogni contesto e in ogni parte del mondo”.
Nella nostra Costituzione sono previsti sia il diritto allo sciopero che alla manifestazione pacifica, ma soprattutto è garantito il diritto allo studio. Non è contemplato, invece, il diritto a un affitto calmierato, perché questo rientra nel libero mercato privato; una questione su cui possono fare poco sia i sindaci locali, sia gli esponenti del governo centrale.
Treni, tram e metro
Un’ultima considerazione, che è anche un ricordo personale. Vent’anni fa, su circa 30 amici che dopo il liceo avevano deciso di frequentare l’università a Milano, solo un paio si poterono permettere di andare ad abitare a Milano. Tutti noi altri facemmo i pendolari: da Varese, Gallarate, Somma Lombardo, Busto Arsizio. In media erano 50 minuti in treno e poi alcune fermate di metropolitana: se le lezioni dei corsi iniziavano alle 8.30, significava alzarsi alle 6 per prendere il treno delle 7.
Steve Jobs, che non si è mai laureato, nel suo celebre discorso all’Università di Stanford ricordava però di aver frequentato l’unico corso che gli piaceva da morire (e che gli servì poi per la videoscrittura nel Mac): il corso di calligrafia. La sua famiglia era modestissima; Jobs per diversi mesi dormì sul pavimento del college, e per avere ogni sera un pasto caldo gratuito attraversava la città a piedi: la mensa degli Hare Krishna distava10 chilometri.
Giusto l’altro ieri ho sentito uno di quegli amici d’università che prendeva il treno con me: dopo anni di pendolarismo, con una carriera post-universitaria brillante, è riuscito a permettersi di andare ad abitare in corso Sempione a Milano. Il suo giudizio, un po’ tranchant e duro, contiene però probabilmente anche un fondo di verità: “I tendaioli accampati sono un po’ degli smidollati: vogliono alzarsi mezz’ora prima della lezione, e poi fare pure l’happy hour serale a Milano. Troppo facile così”.
Alberto Introini, dopo aver insegnato in vari licei della provincia di Varese, dal 2008 è docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Elvetico di Lugano (Svizzera). Ha due lauree, in Lettere-Filosofia (2002, Università Statale di Milano) e in Storia (2022, Università di Zugo, Svizzera). Iscritto dal 2004 all’Ordine dei Giornalisti di Milano, ha pubblicato 4 libri. Partecipa come relatore o moderatore a diversi eventi culturali nel nord Italia. La sua rubrica settimanale “Il prof tra i banchi” tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane.
Prof. Alberto Introini
Docente e scrittore
@intro.prof
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