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Niente fondi dal PNRR per il nuovo campus scolastico di Nerviano, la giunta ricorre al TAR

Nerviano porterà davanti al TAR il provvedimento di esclusione del progetto per il campus dall'avviso pubblico per nuove scuole nell'ambito del PNRR

nuovo campus scolastico nerviano

Il progetto per il nuovo campus scolastico tra via Roma, via Diaz e via da Vinci a Nerviano finirà davanti al TAR. Nei giorni scorsi la giunta guidata da Daniela Colombo ha infatti dato il via libera alla prima cittadina per portare nelle aule della giustizia amministrativa tutte le perplessità dell’amministrazione rispetto al provvedimento del Ministero dell’Istruzione che ha “bocciato” la candidatura di Piazza Manzoni all’avviso pubblico per la realizzazione di nuovi edifici scolastici pubblici da finanziare nell’ambito del PNRR.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in parallelo al bando “Spazio alla Scuola” di Regione Lombardia, è stata una delle prime strade battute dalla coalizione che ha portato Daniela Colombo alla fascia tricolore per il finanziamento del nuovo polo scolastico, che nei piani della giunta dovrebbe portare lì dove oggi si trovano la scuola primaria Rita Levi Montalcini, la scuola secondaria di primo grado Leonardo da Vinci e le due palestre che compongono il plesso un nuovo campus che accoglierà entrambe le scuole.

Costruito tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, il plesso scolastico necessita infatti attualmente di «impegnativi» adeguamenti sismici, impiantistici e di efficientamento energetico e non raggiunge «con l’attuale configurazione degli immobili i necessari standard prestazionali e funzionali per la scuola», come era emerso da uno studio di fattibilità approvato dall’allora giunta Cozzi nel 2020, che solamente per i lavori aveva stimato una spesa per l’adeguamento di poco inferiore agli 8 milioni di euro.

nuovo campus scolastico nerviano

L’ipotesi della ristrutturazione, però, è stata scartata da Piazza Manzoni dal momento che comunque «restituirebbe alla comunità degli edifici in ogni caso in parte obsoleti» sotto il profilo della «mancata sinergia con cui le scuole potrebbero lavorare insieme per costituire un polo scolastico unitario» e dal punto di vista dell’accessibilità al complesso, senza contare i costi di gestione che rimarrebbero superiori a quelli di un nuovo edificio e la minor durata nel tempo dell’intervento. Così l’amministrazione comunale ha optato per un nuovo campus scolastico con «spazi didattici contemporanei, adatti alla didattica del futuro ed all’avanguardia nello stimolare lo sviluppo di bambini e ragazzi».

Già inserito negli elenchi del fabbisogno di interventi di edilizia scolastica in Lombardia, il progetto per il nuovo campus non ha però trovato terreno fertile nel PNRR. A sbarrare la strada del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a Nerviano, la cui proposta è stata “bocciata” per «mancanza dei requisiti minimi di ammissibilità richiesti in relazione alla verifica di interesse culturale», è stata per così dire l’età del plesso: per la demolizione delle parti dell’edificio costruite prima del 1952, infatti, serve il nulla osta della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la sola presentazione della domanda di svincolo non è bastata per l’ingresso in graduatoria.

La decisione del Ministero ha però lasciato più di un dubbio alla giunta, che ritiene sussistano «motivi per contestare la decisione di esclusione», come ad esempio il fatto che «solo una piccola porzione dell’immobile oggetto dei lavori è soggetta al vincolo di interesse culturale, cioè risulta edificata prima del 1952». Così, dopo aver sentito informalmente uno studio legale di Milano, la squadra di governo cittadino di Nerviano ha deciso di agire in giudizio, dando indicazioni per l’affidamento dell’incarico allo studio già consultato che ha presentato un preventivo da poco più di 9.500 euro oltre a spese, IVA e contributi previdenziali.

E la scelta – come del resto lo stesso progetto per il nuovo campus – ha già iniziato ad agitare la politica cittadina, a partire dall’ex sindaco Massimo Cozzi. «Prima, in consiglio comunale, affermano che puntano molto più sul bando di Regione Lombardia, ritenuto più flessibile, che su quello del Ministero dell’Istruzione, ritenuto più rigido, da dove erano stati esclusi – ha commentato sui social il capogruppo di Lega, Con Nerviano e Gruppo Indipendente Nervianese -. Ora che non hanno preso neanche un euro da entrambi, prendono un avvocato per fare ricorso contro il Ministero dell’Istruzione contro l’esclusione, per una inutile e costosa prova di forza. Stiamo parlando di più di 10.000 euro di spesa a carico della collettività».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Luglio 2022
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