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RSA L’Oasi, la denuncia di una sindacalista: “Diffidata la gestione della residenza”

Mancanza di dispositivi di protezione, ingressi di ospiti dagli ospedali, pochi tamponi, una situazione che desta profonda preoccupazione a tutti i livelli

[pubblicita]Una testimonianza dall'Oasi di Cerro Maggiore, una residenza per anziani coinvolta dal contagio del coronavirus. Arriva da una rappresentante sindacale, Enza Cirielli, particolarmente severa nel giudicare quanto avviene nella struttura. I problemi descritti riguardano soprattutto le condizioni di lavoro degli operatori, la mancanza di protezioni e il numero del personale assente che "porta a diminuire sensibilmente la qualità e la quantità di assistenza da assicurare agli ospiti". Ragioni che hanno portato a una diffida nei confronti della cooperativa Universiis. Anche le modalità di ingresso egli ospiti nella struttura viene messa in evidenza là dove leggiamo "non si sono posti problemi quando a inizio marzo accoglievano pazienti dimessi da ospedali per riabilitazione senza tampone o certificazione idonea nè quando la centrale di ATS proponeva ingressi nuovi di pazienti dagli ospedali per liberare posti letto…". Alla proprietà e alla gestione della RSA la più ampia disponibilità ad accogliere eventuali richieste di replica


Buongiorno sono Enza Cirielli operatore politico della Cisl Fp Milano Metropoli,
Vi scrivo perché leggendo le pagine del vostro giornale mi accorgo che poco si sottolinea la condizione dei lavoratori e degli ospiti della struttura RSA L'OASI DI CANTALUPO di proprietà del Gruppo iSenior e gestita dalla Cooperativa UNIVERSIIS.

Come Organizzazione sindacale abbiamo scritto ben due note e una diffida alla cooperativa per la mancanza di mascherine e di DPI alla luce dell'emergenza in atto già dal 24 febbraio.

Non abbiamo avuto risposte, nel frattempo abbiamo ricevuto innumerevoli chiamate e gridi d'aiuto da parte degli operatori che lavoravano con protezioni insufficienti e inadeguate, infatti oggi ci sono tre operatori tra infermieri e oss che sono ricoverati in terapia intensiva nei nosocomi della zona e altri 2 malati a casa in tutto sono assenti 5 infermieri e 20 ASA il che vuol dire dimezzare il numero di infermieri e diminuire di un terzo il numero degli ASA. Tutto ciò porta a diminuire sensibilmente la qualità e la quantità di assistenza da assicurare agli ospiti. Gli ospiti già! Sin dai primi giorni di marzo nella struttura si cominciavano a verificare i primi casi sospetto, mai tamponati, mai segnalati all'ATS, minimizzati i sintomi da parte della direzione sanitaria della struttura, oggi contiamo,  a quanto dichiara la proprietà, 7 casi sospetti ai quali ieri sono stati fatti i tamponi, ma per gli altri pazienti? Quelli deceduti?

I lavoratori che ai primi del mese di marzo denunciavano di venire continuamente spostati da un piano all'altro nonostante al secondo piano fossero presenti pazienti sintomatici, e solo dopo continue sollecitazioni, da parte sindacale verso i responsabili della cooperativa, di provvedere a misure più efficaci di contenimento veniva dapprima isolato il secondo piano e poi, visto pazienti sviluppavano sintomi anche al piano 0 e 1, hanno proceduto ad isolare anche questi ultimi.

Protezioni? All'inizio non venivano nemmeno fornite la mascherine chirurgiche, poi i contingenti erano insufficienti, poi venivano forniti DPI ma si dovevano utilizzare per 3-4 giorni di seguito, nella settimana prima di Pasqua sembrava che le forniture fossero sufficienti alla sostituzione quotidiana, ma dopo si ripiombava nel "riuso"….

Non si capisce come mai Il Direttore Croci sostenga che va tutto bene….certo non si sono posti problemi quando a inizio marzo accoglievano pazienti dimessi da ospedali per riabilitazione senza tampone o certificazione idonea nè quando la centrale di ATS proponeva ingressi nuovi di pazienti dagli ospedali per liberare posti letto….

Siamo consapevoli che questa modalità di gestione di posti letto e nuovi ingressi in RSA ha generato la tragedia delle morti in  RSA, ciò non giustifica la sottovalutazione della possibile diffusione dell'infezione e la erronea gestione dell'isolamento contenitivo (totalmente assente per un mese). Tutto ciò ha favorito il circolare dell'infezione all'interno della struttura e le condizioni gravi in cui versano i lavoratori ricoverati negli ospedali in condizioni critiche, oltre a quelli a casa con sintomi che non hanno avuto accesso ai tamponi ai quali avrebbe dovuto e deve provvedere il datore di lavoro per tramite del medico competente (vedi circolari regione Lombardia e ATS Milano)

Per tutto quanto rilevato vorremmo che portasse alla luce anche questa verità ma soprattutto ma si provvedesse a verificare tramite test di ricerca molecolare del SARS-COV 2 per tutti i pazienti e tutti i lavoratori impiegati presso la RSA L'OASI di Cantalupo affinché possano ottenere la certificazione di infortunio sul lavoro come da circolare Inail del 3 aprile.

Sicuri della Vostra attenzione e disponibile ad ogni eventuale chiarimento Vi saluto cordialmente.

Enza Maria Cirielli
CISL FP Milano Metropoli

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Aprile 2020
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