Perdere un proprio caro. E' già devastante in tempi normali, pensate un po' in un periodo come questo. Non solo, perderlo a centinaia e centinaia di chilometri, all'improvviso e non poterlo nemmeno dargli l'ultimo saluto al funerale. Oggi, è accaduto a Domenico Gangemi, docente dell'Istituto Dell'Acqua e già assessore di Legnano.

Gangemi ha saputo della scomparsa del padre 93enne ieri, mercoledì 15 aprile, nel primo pomeriggio. Una telefonata dalla abitazione in Calabria. Non si aspettava la notizia, perché papà Melino non aveva alcuna malattia così grave da far pensare a un possibile decesso: "E' morto di vecchiaia – spiega Gangemi – . Io e miei fratelli, che si trovano anche loro qui al Nord, ci siamo subito attivati per partire, ma le prime telefonate che abbiamo fatto a casa ci hanno frenato. Oggi, infatti, è impossibile accedere alla Calabria. La regione è chiusa. Non si entra, per prevenire la diffusione del virus. Abbiamo telefonato a tanti. Siamo arrivati fino alla Prefettura. Tutti cortesi. Tutti collaborativi, ma anche tutti decisi a confermare l'impossibilità, per noi qui residenti, a varcare i confini regionali".

"Non ci sarà nemmeno il funerale – continua Gangemi -, ma solo un pensiero alla sepoltura. Ieri sera, ero davvero distrutto. Non si può lasciare un genitore così. Stamane, sulla pagina social della società di servizi funebri di Gallico, ho trovato la carta mortuaria di papà. L'ho condivisa sulla mia pagina e qui sono incominciati ad arrivare i messaggi di tanti amici e conoscenti. Questa vicinanza di persone a me care mi ha quasi riavvicinato a papà. E' stato come ridestarmi ed essere partecipe del lutto in maniera diversa. Mi ha fatto riconquistare la serenità che avevo smarrito".