Gli scrittori "per passione", spesso, sono quelli che colpiscono l'interesse del lettore per semplicità, genuinità e spontaneità. Caso che ha nel legnanese d'azione, partenopeo d'origine, brillante 52enne, Salvatore Acunzo, quello più attuale a casa nostra.

Nel suo primo libro, "Non sempre la sfortuna porta male", storie simpatiche e divertenti, come solo un napoletano sa descrivere, facendoti immedesimare nel protagonista e conviverne i sentimenti. Dai racconti d'infanzia a quelli della fine anni '90, tante (dis)avventure autobiografiche narrate con ironia, quasi volesse tenerci tutti lontani dalla sfortuna, protagonista del libro.

"Mi sono rivolto a un platea di lettori con cui sorridere e sdrammatizzare per episodi che ho veramente vissuto, evitando però di rifugiarmi dietro al luogo che sia sempre e solo colpa della sfortuna", spiega Acunzo "episodi dal 1982 al 200, legati da un unico filo conduttore, il concetto della sfortuna". Si inizia così con aneddoti e personaggi che gravitavano in una Agenzia d'ippica e si finisce con Acunzo, ispettore della Guardia di Finanza, che svolge una indagine investigativa in un impresa di pompe funebri a contatto con un dipendente definito un po' funesto.

[pubblicita]       Proprio quest'ultimo racconto ha indotto l'autore a cimentarsi non solo con la prosa, ma anche con la poesia, dedicata a "Il becchino". Versetti che portano inevitabilmente al sorriso complice l'ultima rima… agli occhi della cittadinanza/i becchini fanno a gara con la Finanza! Scritto da un finanziere, carico di simpatia e di ironia, è il compendio del libro intero. Da leggere tutto d'un fiato.

Salvatore Acunzo si è valso della collega Apollonia Cascarano per la recensione, Sonia Brambilla per la copertina, Franco Pussumato per la consulenza grafica e Simona Manelli per la consulenza ed editing.

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