Sri Lanka, il dolore dei cingalesi sul nostro territorio
Nel prossimo fine settimana una messa sarà celebrata nella chiesa dei Santi Martiri, dove alcuni giovani dello Sri Lanka si sono incontrati con il parroco don Fabio Viscardi
Le bombe scoppiate a Pasqua nello Sri Lanka, con quasi 300 morti, lasciano un segno di dolore e di preoccupazione anche nel nostro territorio. Infatti, da Busto Arsizio a Legnano, da Cerro Mggiore a Parabiago sono un centinaio le famiglie di etnia cingalese che qui vivono e lavorano, con punto di riferimento per la loro fede cristiano-cattolica la chiesa dei Santi Martiri, dove una volta al mese, al sabato sera, viene celebrata una messa nella loro lingua orginale.
Proprio qui, il parroco don Fabio Viscardi ha incontrato un gruppo di giovani nativi dello Sri Lanka residenti a Legnano e zone limitrofe. Diversi di loro arrivano proprio da località lontane solo una decina di chilometri dal santuario di S.Antonio, dove è avvenuto l'eccidio più tragico.
I racconti sono un insieme di dolore (una amica abitante a Cerro Maggiore ha avuto vittime tra i suoi parenti) e di preoccupazione (soprattutto per l'atteggiamento tenuto dalle autorità dello Sri Lanka che ha sottovalutato gli allarmi pervenuti nei giorni e nelle ore precedenti gli attentati).
"Prima di queste eventi – hanno spiegato i giovani cingalesi – non avevamo avuto preavvisi di tensioni. Noi cattolici rappresentiamo il 10-12 per cento della popolazione. Più o meno come i musulmani, mentre i buddisti sono la gran maggioranza. Con quest'ultimi, la convivenza è sempre stata serena e collaborativa. Non altrettanto può dirsi con i musulmani, più portati a conquistare spazi e potere, ma non avremmo mai pensato ad attentati con questa devastazione".
[pubblicita] Da parenti e amici a casa non arrivano tante notizie: "Anzi – aggiungono i giovani nell'incontro con don Fabio – siamo noi che li informiamo, dopo aver visto i servizi nei telegiornali italiani".
Sul nostro territorio i cingalesi lavorano assolutamente in regola, impegnati nelle fabbriche, gli uomini, e in lavori soprattutto domestici, le donne. Tutti sono inseriti nella nostra società, anche se qualche problema con la lingua, nonostante siano trascorsi anche 15 anni dal loro arrivo in Italia, rende più difficili i rapporti interpersonali.
Don Fabio ha già annunciato che verrà celebrata ai Santi Martiri una messa in suffragio delle tante vittime. Forse sabato prossimo, 27 aprile, alle 18, oppure domenica 28, alle 10. Dipenderà dalla disponibilità di padre Claude, il sacerdote che in Italia segue la comunità nella sua fede cattolica.
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