«La felicità a tutti i costi è una trappola mentale»
A spiegarlo è la dott.ssa Lorena Vergani dell'Ospedale di Legnano. MEDICINA DI GENERE PROTAGONISTA AL CASTELLO DI LEGNANO

La felicità non è la condizione naturale di tutti gli esseri umani: la vita comprende anche il dolore. A ricordarlo Lorena Vergani responsabile UOSD di Psicologia Clinica del dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell'ASST Ovest Milanese intervenuta al convegno dedicato alla "Medicina di Genere". Disciplina quest'ultima che, come precisa Giancarlo Iannello, direttore socio sanitario dell'ASST Ovest Milano, ha come obiettivo «quello di costruire una medicina cucita su misura sul paziente. Personalizzata e rispettosa dei bisogni della singola persona nella sua specificità».
La centralità del paziente risulta importante anche sotto il profilo della salute mentale e del benessere psicologico. In una società dov'è quasi un obbligo essere felici i disturbi d'ansia e dell'umore sono in aumento e, come ricorda Ianello, «le statistiche indicano che le donne presentano un rischio più alto nel soffrire di ansia e depressione nel corso della loro vita. È quindi necessario formarsi e approfondire gli strumenti di prevenzione e cura. In quest'ottica di approccio personalizzato non possiamo più prescindere da un'attenzione crescente che tenga conto unitamente del benessere psicologico e di quello fisico. È necessario sostenere una cultura della salute di genere».
Secondo la dott.ssa Vergani, più rincorriamo spasmodicamente «il mito della felicità, più tendiamo a soffrire di ansia e depressione», ma la soluzione è semplice: «Basta fermarsi e ascoltarsi. Se viviamo una vita piena, affrontando anche il dolore, proveremo l’intera gamma delle emozioni umane». Solo che per vivere appieno vanno allentate le "redini" del controllo che può diventare un «problema se usato in maniera eccessiva». Quindi non aveva tutti i torti Zygmun Bauman quando affermava che la felicità «è risolvere i problemi, non anestetizzarsi».
Di fatto, gli sforzi per trovare la felicità conducono la persona a richiudersi in una «potente trappola psicologica, perchè conduciamo la nostra esistenza affidandoci a molte convinzioni inutili – spiega Vergani -. Ad esempio, pensiamo che la felicità sia la condizione naturale di tutti gli esseri umani. Oppure ci viene detto che, se non sei felice, hai qualcosa che non va. E ancora: per avere una vita migliore dobbiamo sbarazzarci dei sentimenti negativi, inoltre, dovresti essere capace di controllare ciò che pensi e che provi. Proprio questi falsi miti costituiscono il meccanismo di base della "trappola della felicità". Ci conducono a una lotta che non potremo mai vincere: la lotta contro la natura umana».
La mente umana si evolve per sopravvivere in un mondo pieno di pericoli e la chiave per vivere bene è affrontare anche lo stato negativo: «Non c’è modo per evitare il dolore – spiega sempre la dr.ssa Vergani -, bisogna imparare ad affrontarlo, accettarlo e fargli spazio. Vivere giorno per giorno. Solo così possiamo ridurre i suoi effetti e crearci una vita ricca e piena».
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