Medicina di Genere protagonista al Castello di Legnano
L'argomento è stato trattato al quarto incontro “Diamo un’occhiata alla Medicina di genere”

Equità e appropriatezza della cura con la "Medicina di Genere". Uomini e donne, infatti, pur essendo soggetti alle stesse patologie, presentano sintomi, progressione di malattia e risposta ai trattamenti molto diversi tra loro. Ed ecco la necessità di studiare e confrontarsi per costruire percorsi di cura ad hoc. Proprio per approfondire questo tema l’ASST Ovest Milanese ha organizzato il quarto incontro del convegno “Diamo un’occhiata alla Medicina di genere”. Incontro tenutosi al Cenobio del Castello Visconteo di Legnano.
Ad aprire la giornata di lavoro Giancarlo Iannello, direttore socio sanitario Asst Ovest Milanese con la responsabile scientifica del congresso, la dottoressa Maria Vittoria Calloni a capo della unità operativa di Neurologia-Stroke Unit dell’Ospedale di Legnano.
A fare gli onori di casa, portando i saluti del Collegio, il gran maestro Alberto Oldrini: «Siamo lieti di avervi qui ospiti nella "casa" del Palio. Sono soddisfatto della riuscita di questo sodalizio: una vera apertura verso la città. Ribadisco che per il mondo palio è importante essere parte integrante della comunità legnanese, specialmente in occasioni come queste».
A dicembre 2017, con la Legge Lorenzin, la Medicina di genere è stata inserita come branca specialistica nei piani di studio universitari e nei piani sociosanitari di tutte le regioni italiane. «Per garantire a ciascun individuo – afferma Ianello -, maschio o femmina, la tutela del proprio benessere e il miglior approccio clinico, diagnostico e terapeutico-riabilitativo, non si può prescindere dal considerare il genere come fattore determinante. Ossia, uno strumento di programmazione sanitaria e di pratica clinica, per garantire una medicina sempre più personalizzata e basata sulla centralità della persona».
L'obiettivo è diffondere le conoscenze intorno alla “medicina di genere” e portare tutto il contributo scientifico nelle decisioni dell’organizzazione, degli operatori sanitari e dei pazienti. «Studiare la fisiologia, la patologia e la terapia, differenziate per genere, promuovendo così l’appropriatezza e l’equità delle cure è la finalità della Medicina di genere – spiega Calloni -. La Medicina di genere non è la “Medicina delle donne". Non relega la salute femminile al solo aspetto riproduttivo. È una modalità moderna e innovativa di cura che risponde ai bisogni di salute differenziati fra uomo e donna. Inoltre quest’anno si darà ampio spazio alla Pediatria di genere, aspetto assai poco studiato, e alla neoplasia dell’utero e alla prevenzione».
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