Bullismo e internet: “Genitori e ragazzi, state attenti”
Tanti i temi toccati durante l'importante conferenza svoltasi all'auditorium "Maggiolini"
Una serata dedicata al bullismo, all'uso consapevole dei social network e ai rischi, per i nostri ragazzi, derivanti da internet e dalle varie piattaforme digitali. È stato questo l'argomento della conferenza che si è svolta, nella serata di martedì 31 gennaio, all'auditorium "Maggiolini" di via De Amicis. Ospiti dell'incontro, presentato da don Matteo Martino, l'ispettore capo Pietro Santoro e l'assistente capo Antonio Russo, del Commissariato di pubblica sicurezza di Rho Pero, e lo psicologo e psicoterapeuta Aldo Violino. Diverse le considerazioni, dovute alle esperienze da loro maturate sul campo, proposte dai tre relatori.
"E' molto importante capire se internet viene utilizzato dai nostri ragazzi per scoprire qualcosa di fantastico o meno. L'uso scorretto, infatti, comporta diverse problematiche. Le fotografie e i filmati, per esempio, possono girare in tutto il mondo e se dovesse essere presente uno sfondo sessuale ci sarebbero dei seri problemi. Tutto viene rapito dal web. È importante saper usare il proprio smartphone" ha sottolineato l'ispettore capo Santoro che ha poi aggiunto: "Qualsiasi reato commesso da un minore porta in ufficio anche i suoi genitori, che vengono informati del reato commesso dal loro figlio prima del riaffidamento. In questi anni, nei cellulari che abbiamo esaminato, abbiamo trovato davvero di tutto. Alcune erano cose incredibili, ma le abbiamo ugualmente raccontate ai genitori. Forse, come genitori, non conosciamo bene i nostri figli che, quando vanno nella loro cameretta, entrano nel loro mondo. Dobbiamo stargli dietro". L'intervento dell'ispettore capo Santoro si è poi concluso con un appello rivolto ai tanti giovanissimi che hanno partecipato all'appuntamento: "State attenti, sulla rete ci sono molti pericoli come, per esempio, i pedofili. Confidatevi con i vostri genitori, con gli insegnanti o con le persone in cui avete fiducia se capite dietro al computer ci sono persone che non conoscete affatto e che vi insospettiscono".
L'assistente capo Russo, invece, ha parlato della sua esperienza maturata lavorando nell'ufficio investigativo del Commissariato di Rho Pero. "Il numero di minori divenuti parti attive nei reati è aumentato negli ultimi anni. Le statistiche ci dicono che il 65% dei ragazzi tra gli 8 e i 16 ha un proprio profilo sui social network. Internet può essere anche un bene e i genitori devono iniziare a lavorare sulle impostazioni degli smartphone, dei tablet e dei computer utilizzati dai loro figli. Ritengo obbligatorio controllare il cellulare dei propri ragazzi, una madre non può sentirsi limitata. I ragazzi devono fare attenzione anche alle chat presenti sulla Play Station perché i pedofili abbordano le loro vittime anche in quei contesti, presentandosi come loro coetanei e lavorando sulla loro psiche" ha sottolineato l'assistente capo Russo. La parte finale del suo intervento è stata invece dedicata alla rete: "Tutto ciò che passa su internet rimane, anche se viene cancellato. Ciò vale anche per le minacce e per le offese, abbiamo le modalità per ritrovarle. Le foto che circolano in una maniera sconsiderata hanno creato problematiche gravi e portato alcuni giovani a tentare il suicidio. Ci capita anche di essere contattati dalle scuole o dai genitori dei ragazzi che hanno paura di andare a lezione proprio per questo motivo. È necessario un filtro da parte dei genitori e consiglio loro, a una certa ora, di staccare il wi-fi. Nell'orario serale, infatti, difficilmente un ragazzino potrà parlare coi suoi coetanei".
L'incontro si è poi concluso con l'intervento del dottor Violino. "I genitori devono essere credibili agli occhi dei loro figli. Sintonizzarsi con loro e capirli non vuole affatto dire legittimare ogni loro azione. Siamo passati da una famiglia normativa a una famiglia affettiva e qualche valore si è perso. Una volta, per esempio, i padri baciavano i loro figli solo quando essi dormivano. Oggi, invece, molti genitori non prendono delle scelte proprio perché non si sentono legittimati". Lo psicologo ha poi analizzato il momento vissuto dai nostri giovani: "Oggi entrano facilmente in crisi perché non hanno vissuto un processo nel quale hanno imparato a dominare le emozioni visto che le loro relazioni passano, per la grande maggioranza, attraverso un telefono. I ragazzi, infatti, sono disperati se perdono il telefono perché la loro parte emotiva, e molte loro emozioni, sono rinchiuse in quell'oggetto". Il dottor Violino ha poi dedicato la seconda parte del suo intervento al bullismo e al cyberbullismo. "Il bullismo è un comportamento deliberatamente dannoso perché il bullo vuole fare del male, lo vuole far proseguire nel tempo e la sua vittima è sempre la stessa, per rendere difficile la sua difesa. Il bullismo si manifesta in diverse forme. Alcuni bulli picchiano, derubano o insultano mentre altri prendono in giro la loro vittima o la escludono dal gruppo. Il bullo si sente bene, perché ha il potere, perché è al centro del gruppo e perché si sente ben voluto visto che nessuno reagisce ai suoi gesti. La sua vittima, che non riesce a contenere la sua aggressività, è una persona poco propensa alla violenza, sensibile, che non comanda e che ha un buon profitto scolastico. Il cyberbullismo, invece, è un atto volontario che crea danni grazie a un dispositivo elettronico. L'anonimato rafforza il bullo ma, al tempo stesso, può creargli dei danni perché non può vedere la reazione della sua vittima. Il cyberbullismo può continuare sempre nel tempo e alla vittima non resta solo che pensare che non ci sia nessun posto dove nascondersi". Lo psicologo ha poi toccato il delicato tasto del sequestro del cellulare dei ragazzi: "Bisogna stare attenti e non dimenticarsi che questa generazione comunica così, con i messaggi anziché con le telefonate. Il cellulare è uno strumento che gli permette di essere in relazione con gli altri e di non vedere azzerata la loro vita sociale".
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