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Operazione “Lex”, tre arresti anche a Gallarate

Smantellata la cosca di Laureana di Borrello che aveva ramificazioni anche in Lombardia

La Lombardia viene nuovamente toccata da una vasta operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria denominata “Lex”. Oltre quaranta i provvedimenti di fermo emessi dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria e poi eseguiti nelle province di Milano, Varese, Monza e Brianza, Roma, Vibo Valentia, Pavia, Como e Cagliari. I reati contestati riguardano l'associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, danneggiamenti, lesioni personali gravi, frode sportiva, intestazione fittizia di beni e incendio, con l'aggravante del metodo mafioso. I quarantuno arrestati sarebbero persone legate alla cosca di Laureana di Borrello, formata dalle famiglie Ferrentino, Chindamo e Lamari, operanti nel Reggino ma anche in altre province grazie alle ramificazioni nel Nord Italia.

Gli arresti hanno riguardato anche la Lombardia, in particolare le province di Varese e Pavia, dove i vertici della 'ndrina avevano posto le basi per l'infiltrazione della cosca nel tessuto economico e sociale locale grazie al controllo di imprese edili e di costruzione particolarmente attive in quei territori. A Gallarate, per esempio, le manette sono scattate per Alessio Ferrentino, un pregiudicato di 32 anni e per due donne di 21 e 47 anni, Giorgia Ferrari e Isabella Salvo. I tre sono ritenuti parte di un gruppo criminale vicino alla locale ndranghetista di Laureana di Borrello. Ferrentino sarebbe stato, infatti, il reggente del cugino Marco, del quale eseguiva ogni ordine. L'uomo, inoltre, aveva compiti operativi nel settore degli stupefacenti, in particolare nella coltivazione di marijuana. La 21enne Ferrari e la 47enne Salvo, invece, si occupavano della cessione al dettaglio della cocaina a terzi acquirenti nella zona di Gallarate, nell'interesse della cosca mafiosa. Altre persone, Angelo Lamari, Mattia Lamari e Fabio Mastroianni, residenti in Brianza ma di origine calabrese, sono state arrestate all'alba di oggi, giovedì 3 novembre, nell'ospedale di Carate Brianza mentre assistevano al travaglio di una loro parente. A Voghera, infine, sono stati arrestati Alla Bielova, Francesco Ferrentino, Pasquale Di Masi e Giuseppe Di Masi

Diversi i beni intestati agli arrestati: due imprese edili, una società attiva nel porto di Gioia Tauro e finalizzata all'import export oltre ad alcuni immobili in Lombardia. I trecento militari impegnati nell'operazione hanno anche sequestrato due kilogrammi di marijuana, tre pistole, un fucile, centinaia di munizioni di vario calibro e quasi due kilogrammi di polvere da sparo. Tra le persone fermate spiccano anche nomi eccellenti, come quello dell'assessore del Comune di Laureana di Borrello Vincenzo Lainà, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il politico, pur non facendo parte stabilmente della locale, ne sarebbe stato il riferimento politico

Questi i nomi delle altre persone arrestate dai militari: Marco Ferrentino, Tiziana PettèAntonino Di Giglio, Giuseppe Pititto, Josè Signorello, Giovanni Sibio, Salvatore Monea, Francesco Lamanna, Antonello Lamanna, Vincenzo Piromalli, Mario Bevilacqua, Fabio Aschei, Pasquale Pettè, Francesco Prestia, Francesco Tarantino, Marina Panigo, Fabio Mezzasalma, Albino Marafioti, Diego Freitas De Siqueira, Alberto Chindamo, Vincenzo Lamari, Natale Papandrea, Claudio Napoli, Andrea Prossomariti, Vincenzo Lainà, Francesco Antonio Ciancio, Maurizio Oppedisano, Felice Zito, Andrea Mandaglio e Giovanni Mandaglio.

Redazione
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Pubblicato il 03 Novembre 2016
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