Mirko Rosa punta allo sconto di pena
Rinvio a giudizio per l'ex imprenditore e i 31 indagati coinvolti nell'inchiesta che ha messo fine all’impero "Mirkoro"...

Rinvio a giudizio per Mirko Rosa e i 31 indagati coinvolti nell'inchiesta che ha messo fine all’impero "Mirkoro". Un'indagine, quest'ultima, condotta dal sostituto procuratore Nadia Alessandra Calcaterra e dalle Fiamme Gialle di Legnano.
Stamattina, giovedì 17 dicembre, nell'aula del Tribunale di Busto Arsizio si è tenuta l’udienza preliminare, presieduta dal giudice Patrizia Nobile, per definire i riti processuali e patteggiamenti. In questa sede l'ex "Re" dell'oro ha chiesto il rito abbreviato puntando a uno sconto della pena. Il gup si è riservato di decidere il prossimo 14 gennaio 2016.
Non sono mancati momenti di tensione, davanti al banco del giudice, quando l’ex-suocero De Luca, ha rivolto accuse pesanti all'ex imprenditore.
Le richieste di rinvio a giudizio sono risultate 29. Ricordiamo che sono 49 i reati contestati a partire dall’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, ricettazione, riciclaggio e falsi documentali.
A chiedere il rito abbreviato: Mirko Rosa e Giacomo De Luca, Ovaldo Rosa (padre di Mirko), Andrea Fisichella e Giovanna Papagna. Mentre patteggia un finanziere, Mario Ambrosetti, Luca Rovellini e altri accusati di reati meno gravi.
Inoltre, Rosa ha deciso di costituirsi parte civile contro l'ex suocero, Santo Fasone e Claudio Brescia per gli attentati incendiari. Anche Maurizio Rosa (fratello di Mirko) si è costituito contro De Luca per calunnia in quanto, in un primo momento, avrebbe accusato lo stesso fratello di Mirko Rosa di aver appiccato il fuoco alla sua Hummer. Rinviato a dibattimento anche il carabiniere indagato e i due presunti autori degli incendi alle auto di Rosa nel suo periodo di detenzione.
A margine dell'udienza l'avvocato Francesca Cramis (nella foto) legale di Mirko Rosa che ha spiegato la situazione. «Vi assicuro che Mirko è molto provato e sta affrontando un cammino importante per lui: è seguito da Sert e Cps – afferma Cramis-. Un percorso che lo sta cambiando ed è molto importante sottolineare questo suo stato. Il mio cliente ha ammesso le sue responsabilità e quindi pagherà il giusto. Rosa pensava veramente di poter far esplodere il marchio "Mirkoro" e realizzare un franchising con il suo nome. Sono convinta che è rimasto semplicemente vittima della sua stessa megalomania». Ora, Mirko Rosa, si trova agli arresti domiciliari.
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