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“ERO CATTIVO”, INCONTRO CON L’AUTORE ALL’ISTITUTO B.MELZI

Antonio Ferrara, autore e illustratore di numerosi libri per ragazzi, ha presentato all'Istituto Barbara Melzi di Legnano il suo ultimo libro...

Antonio Ferrara, autore e illustratore di numerosi libri per ragazzi, ha presentato all'Istituto Barbara Melzi di Legnano il suo ultimo libro "Ero cattivo". Di seguito, alcune considerazioni del prof. Flavio Melro dopo l'incontro con lo scrittore. 


A volte, a scuola,  ci sono mattine che lasciano un segno indelebile, si fanno incontri che trasformano il modo di guardare agli impegni di ogni giorno. A volte, a scuola, si leggono dei libri così coinvolgenti che subito li vuoi far leggere anche ai tuoi amici e ai tuoi genitori.
Quando poi è possibile fare domande al libro, cioè dialogare con l’autore dell’opera, accade una cosa quasi magica: il cuore segreto del romanzo si svela in tutta la sua profondità.
Tutto questo è accaduto ieri mattina ai ragazzi delle medie e del liceo delle scienze umane dell’Istituto “Barbara Melzi”.

Antonio Ferrara, scrittore tra i più importanti della letteratura per ragazzi, ha risposto alle domande degli studenti che hanno letto il suo romanzo “Ero cattivo” (edizioni San Paolo); la storia di un adolescente, Angelo, che, dopo aver commesso una serie di azioni particolarmente gravi, viene accolto in una comunità per minori dove, finalmente, incontra persone adulte che lo “sognano”, educatori che non vedono solo il limite, ma vanno oltre, vanno in profondità perché i ragazzi cattivi, in realtà, sono ragazzi speciali.

I ragazzi cattivi, racconta Ferrara, sono i ragazzi prigionieri, sono i ragazzi che, avendo sbagliato una volta, sono diventati vittime di un’etichetta che la scuola, i genitori e gli amici hanno dato loro soffocando qualsiasi ipotesi di cambiamento. 

Ferrara ha svelato che “Ero cattivo” è nato dalla sua esperienza in una comunità alloggio per minori, dove ha imparato a frequentare i sogni dei giovani e che molte idee presenti nel testo sono il frutto di episodi quasi incredibili, ma realmente vissuti.
Il lavoro dello scrittore è trasformare le emozioni in parole, riuscire a dire quello che il lettore sente e vive, ma non sa esprimere. Perché questo accada non basta una trama avvincente, occorre saper scrivere, lavorare sulle parole, sulla loro composizione e armonia.

A volte, a scuola, ci sono mattine che lasciano un segno indelebile perché capisci che scrivere un racconto, un tema o una poesia non è solo un compito, ma la possibilità di dire di sé e del proprio mondo e che ciascuno cresce solo se sognato.

Redazione
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Pubblicato il 22 Febbraio 2013
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