Quantcast

LegnanoNews

Centro Antiviolenza Filo Rosa Auser di Legnano: 184 accessi nel 2025, cresce la consapevolezza

A dispetto dei pregiudizi generali dal 2006 a oggi il 70% delle donne che si rivolgono al Centro sono italiand e il restante 30% straniere

Generico 10 Nov 2025

Dietro ogni donna che bussa alla porta del Centro Antiviolenza “Filo Rosa Auser” di Legnano c’è una storia complessa che racconta di momenti di profondo dolore e anche di grande coraggio. Sono storie di rinascita che prendono forma a Legnano tra il centro e le Case rifugio Anna (di primo livello) e Artemisia (secondo livello). Storie importanti quanto il lavoro svolto dalle volontarie e dagli esperti che accolgono queste donne ferite fisicamente e psicologicamente. Come ogni anno in occasione della Giornata contro la Violenza sulle donne e della presentazione di tutti gli eventi di sensibilizzazione organizzati sul territorio di Legnano, viene tirato un bilancio delle attività svolte dal Cav dall’inizio dell’anno a oggi. E così è stato fatto lunedì 10 novembre nel Centro antiviolenza di via Pasubio alla presenza del sindaco Lorenzo Radice e dell’assessore Ilaria Maffei. In questo contesto è emerso che il Centro in questi mesi ha registrato ben 184 accessi complessivi, di cui 115 donne prese in carico e 69 che non hanno proseguito nel percorso di sostegno. Numeri destinati a crescere che fanno sperare in una maggior consapevolezza. Una fotografia che racconta, quindi, di donne che hanno capito il loro stato e trovato il coraggio di chiedere aiuto dopo relazioni segnate da violenza, manipolazione e paura.

Mostre, incontri, teatro e un galà benefico: tre settimane di eventi per la Giornata contro la violenza sulle donne

Il profilo delle vittime

Per gli esperti le donne più anziane spesso appaiano rassegnate, mentre quelle nella fascia di età centrale hanno l’energia per intraprendere un percorso di libertà. Accanto a loro, le ragazze più giovani, che arrivano al centro con un misto di confusione e paura ma anche con la voglia di reagire. A dispetto dei pregiudizi generali dal 2006 a oggi il 70% delle donne che si rivolgono al Centro sono italiana e il restante 30% straniera. Tra le donne straniere si segnalano presenze da Perù, Ecuador, Nigeria, Ucraina, Pakistan e Albania, a testimonianza di un contesto multiculturale in cui la violenza attraversa ogni confine. Non mancano inoltre casi di uomini italiani che maltrattano donne straniere, un aspetto delicato che riflette anche squilibri di potere e isolamento culturale. Il livello di istruzione risulta mediamente buono: molte donne hanno studiato, ma ciò non le ha protette da relazioni violente. La maggior parte vive in convivenza non matrimoniale e la gran parte ha figli. Meno della metà sono donne senza figli: per le madri, la decisione di denunciare o allontanarsi è spesso legata alla tutela dei bambini, che diventano vittime di violenza assistita, costretti a vedere o percepire gli abusi. I casi seguiti dal centro comprendono violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica, ma anche stalking, che spesso si manifesta quando le donne si allontanano. Molto frequenti i ricatti psicologici e le pressioni emotive, strumenti di controllo usati dai maltrattanti per mantenere il dominio anche dopo la separazione.

L’accoglienza in numeri

I numeri confermano l’importanza della rete antiviolenza nel territorio dell’Altomilanese, costruita nel tempo grazie alla collaborazione tra enti, forze dell’ordine, servizi sociali e volontariato. Il centro di Legnano resta il punto di riferimento principale con 151 accessi, di cui 90 prese in carico, mentre lo sportello di Castano Primo ne ha registrati 33, con 25 prese in carico. Nel complesso, oltre il 60% delle donne che si rivolgono al servizio intraprende un percorso di uscita dalla violenza. Tra le donne prese in carico, 42 casi sono stati classificati a rischio basso, 55 medio e 18 alto. Nel periodo considerato, dieci donne sono state collocate in strutture protette, un passaggio necessario per tutelare l’incolumità di chi vive una minaccia concreta. Le donne seguite provengono soprattutto da Legnano, ma anche da Cerro Maggiore, San Vittore Olona, Canegrate, Parabiago e Castano Primo, oltre a molti altri comuni del territorio. Per quanto riguarda la provenienza, 83 delle donne sono italiane, confermando una tendenza costante nel tempo. Dei 104 casi attualmente in carico, 17 donne hanno abbandonato il percorso, 4 sono state inviate ad altri servizi specializzati e 8 hanno concluso positivamente il loro cammino, ricostruendo la propria autonomia e sicurezza.

Casa Anna e Casa Artemisia di Legnano

Sono due strutture fondamentali per il percorso di protezione e rinascita delle vittime che hanno subito violenza. A confermarlo sono i dati raccontati oggi, lunedì 10 novembre, in occasione della presentazione degli eventi pensati per la Giornata contro la violenza sulle donne. Dal 2022, anno dell’attivazione delle strutture, all’ottobre 2025 sono state accolte 24 donne e 12 minori. La quasi totalità delle ospiti è fuggita da situazioni di violenza domestica. asa Anna è dedicata all’accoglienza di primo livello tenuta segreta per questioni di sicurezza. Mentre Artemisia è destinata a chi intraprende un cammino più lungo di autonomia e ricostruzione personale.

Case rifugio di Legnano: dal 2022 al 2025 accolte 24 vittime di violenza

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi con attenzione.
Pubblicato il 10 Novembre 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore