Rifiuti nel cantiere della pubblica illuminazione a Garbatola, comune e impresa: “Siamo parte lesa”
Dopo le critiche mosse dalla Lega per le condizioni del cantiere, l'amministrazione sottolinea che comune e impresa al lavoro nell'area sono «parte lesa»

Continua a far discutere il cantiere per la riqualificazione dell’impianto di illuminazione pubblica a Garbatola, ripulito dopo essere trasformato in una discarica a cielo aperto per i rifiuti abbandonati nell’area. Se nelle settimane scorse le condizioni del cantiere erano finite nel mirino della Lega, ora è Piazza Manzoni a mettere i puntini sulle i e a chiarire che tanto il comune quanto l’impresa che si sta occupando dei lavori sono «parte lesa».
«La realtà è molto più semplice e, diciamolo, molto meno scandalistica – sottolinea la sindaca Daniela Colombo -: qualcuno, non l’impresa, non il comune, ha pensato bene di trasformare i cantieri della nuova illuminazione pubblica in discariche a cielo aperto. Il risultato? Rifiuti all’interno delle aree di lavoro e la solita raffica di polemiche. Un classico: c’è chi sporca e chi si prende gli insulti perché se c’è un cantiere recintato, dev’essere ovviamente colpa di chi ci lavora o di chi deve controllare…».

«La replica è arrivata direttamente dal responsabile dell’impresa – aggiunge la prima cittadina -: “L’area di cantiere nel parcheggio di Garbatola è stata sistemata e ripulita anche dal materiale che altra gente ha riversato all’interno. I residui di scavo saranno smaltiti settimana prossima alla riapertura degli impianti di conferimento. Anche la seconda area di cantiere, all’ex mattatoio, è in ordine”. Tradotto: i cantieri sono stati messi a posto e i sacchi lasciati dai soliti furbi, quelli che probabilmente pensano che il cassonetto sia roba per deboli, sono stati rimossi. Da parte mia, ricordo solo che qui le parti lese sono due: l’amministrazione e l’impresa. Purtroppo, la morale è sempre la stessa: a sporcare ci vuole un attimo, a ripulire servono tempo e soldi pubblici e a criticare pretestuosamente… Quello non costa niente».
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