Iniziato lo sgombero del Leoncavallo a Milano: il centro sociale occupato dal 1994
Nato nel 1975 nel quartiere Casoretto, il Leoncavallo è diventato uno dei centri sociali più longevi e noti d’Italia. Oltre 100 i. tentativi di sgombero in trent'anni

È scattato all’alba di giovedì 21 agosto lo sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano, occupato da oltre trent’anni in via Watteau, zona Greco. Nei locali non sarebbe stato trovato nessuno. L’intervento congiunto sta avvenendo a opera di polizia, carabinieri e ufficiale giudiziario.
Un provvedimento atteso da tempo
Lo sfratto, rinviato più di cento volte nel corso degli anni, era stato sollecitato dalla proprietà, la famiglia Cabassi, che nel 2024 aveva ottenuto dal tribunale un risarcimento di 3 milioni di euro per il mancato sgombero. L’indennizzo, versato dal Ministero dell’Interno, è ora stato richiesto all’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo, guidata da Marina Boer.
Tentativi di trasferimento e raccolta fondi
Negli ultimi mesi l’associazione aveva presentato una manifestazione d’interesse per un nuovo spazio in via San Dionigi, mentre lo stesso centro sociale aveva lanciato una raccolta fondi per reperire i 3 milioni necessari a coprire la richiesta ministeriale. Il prossimo accesso dell’ufficiale giudiziario era previsto per il 9 settembre.
Agosto, mese simbolo degli sgomberi
Agosto è da sempre un mese cruciale per la storia del Leoncavallo: il 16 agosto 1989 il primo tentativo di sgombero nella sede storica di via Leoncavallo, poi quello riuscito del 9 agosto 1994 dalla sede provvisoria di via Salomone. Proprio a settembre dello stesso anno, il centro sociale aveva occupato la sede attuale di via Watteau, ora nuovamente lasciata.
Una storia lunga mezzo secolo
Nato nel 1975 nel quartiere Casoretto, il Leoncavallo è diventato uno dei centri sociali più longevi e noti d’Italia. Luogo di aggregazione, cultura e attivismo, ha attraversato varie fasi, dalla resistenza militante agli sgomberi fino alla scelta della non violenza e all’impegno politico istituzionale, con figure come Davide “Atomo” Tinelli e Daniele Farina, entrambi poi eletti in Consiglio comunale e in Parlamento.
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