La crisi NMS Nerviano in Regione Lombardia, sindacati: “Un incontro insoddisfacente”
Ricercatori in camice bianco sotto il Pirellone contro i licenziamenti. La consigliera Scurati : “Regione segue da vicino. Un patrimonio da difendere”. La preoccupazione delle tre sigle sindacali: "L'audizione in Regione non ha «portato i risultati sperati"

La crisi occupazionale della Nerviano Medical Sciences è arrivata oggi, martedì 29 luglio, al centro dell’agenda istituzionale di Regione Lombardia, ma tra i sindacati e lavoratori c’è forte scetticismo e insoddisfazione. L’audizione in Regione non ha «portato i risultati sperati. La proprietà ha una posizione negativa e la procedura di ristrutturazione non è stata presentata. Forte l’attacco contro la Regione, ricriminazioni a 360 gradi: così non va bene. Al di là delle polemiche il quadro che si presenta non è positivo per i lavoratori. Dall’incontro è emerso che la procedura di ristrutturazione dell’azienda è stata rimandata a settembre questo non vuol dire che non vi saranno licenziamenti. Noi intendiamo scongiurare tutto ciò». Queste sono le prime parole espresse da Daniele Calcaterra della Cisl: uno dei tre rappresentanti sindacali (Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL) che hanno partecipato al tavolo regionale durante il quale i ricercatori hanno protestato in presidio sotto Palazzo Lombardia. Una manifestazione realizzata per difendere i loro oltre 90 posti di lavoro a rischio.
Secondo Cgil sul futuro pesa l’incertezza: bioparco e un partner misterioso: «L’azienda ha escluso al momento l’ipotesi di una chiusura totale della sede di Nerviano, annunciando nuovi investimenti legati allo sviluppo del cosiddetto bioparco, in collaborazione con un partner industriale non ancora reso noto – afferma Luciano Pellizzaro della Filctem CGIL -. Questo progetto, secondo quanto dichiarato, dovrebbe garantire circa 200 posti di lavoro. Ma, al momento, mancano dettagli concreti e certezze reali. L’assenza di certezze sui numeri, le contraddizioni tra le dichiarazioni aziendali e le informazioni sindacali, lo scarico di responsabilità tra istituzioni e impresa, e soprattutto la mancanza di una prospettiva industriale chiara e condivisa, rendono la crisi di NMS una vera emergenza non solo occupazionale, ma strategica per il sistema della ricerca pubblica e per il tessuto produttivo lombardo. Come Cgil abbiamo sollecitato Regione Lombardia a farsi parte attiva, attraverso gli assessorati competenti, per promuovere l’apertura di un tavolo interministeriale con il coinvolgimento dei Ministeri del Lavoro, della Salute, della Ricerca e dello Sviluppo Economico. Abbiamo indicato una strada chiara: la necessità di un intervento pubblico, di una regia istituzionale forte, che consenta di difendere e rilanciare il sito di Nerviano e, al tempo stesso, attrarre anche capitali privati nel quadro di una strategia nazionale di rilancio della ricerca farmaceutica e oncologica».
I lavoratori del centro di ricerca NMS, molti con anni di esperienza nella lotta ai tumori, hanno manifestato indossando i camici bianchi. Al loro fianco le Rsu aziendali e le sigle sindacali. «La Regione non può limitarsi a fare da spettatrice anche perché possedeva delle quote di NMS fino a qualche anno fa», hanno dichiarato i rappresentanti dei lavoratori, chiedendo un intervento concreto per salvare la sede nervianese. In fin dei conti il polo di ricerca Medical Sciences è considerato un tessello importante della filiera scientifica e farmaceutica. Proprio per questo le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione e annunciano nuove mobilitazioni.
L’annuncio della ristrutturazione
Il fondo cinese PAG, azionista di maggioranza, ha comunicato l’intenzione di avviare da settembre un processo di ristrutturazione che comporterebbe la cessazione di due reparti fondamentali, Chemistry e Biology. Questo potrebbe portare alla perdita di oltre 90 posti altamente qualificati. «Settembre segnerà l’avvio di un percorso di ristrutturazione del centro di ricerca NMS di Nerviano a rischio chiusura da parte della proprietà», ha confermato Silvia Scurati, vicepresidente della Commissione Attività produttive e consigliera regionale della Lega. A tal proposito Scurati, al termine dell’incontro, ha ribadito che «Regione Lombardia, per quanto di propria competenza, conferma il proprio impegno e la volontà di continuare a sostenere un confronto costante con l’azienda anche per valutare la partecipazione a bandi su ricerca e innovazione. Questo è un patrimonio da difendere».
Le parole di Pizzighini M5s
Dal canto suo la consigliera regionale Paola Pizzighini (M5s), membro della IV Commissione Attività Produttive al termine dell’audizione regionale ha commentato: «Le parole del CEO dell’azienda non sono state rassicuranti per il futuro perché è stata annunciato un imminente trasferimento degli uffici a Corsico e una ristrutturazione a settembre senza specificare il numero dei dipendenti coinvolti. Nel settore ricerca sono impiegati circa 90 lavoratori difficili da ricollocare per ragioni anagrafiche e di competenze, oggi è emerso con chiarezza che anche il comparto produttivo potrebbe essere a rischio. Senza produzione, la ricerca perde forza, credibilità e capacità di trasformarsi in cura per i pazienti”. La consigliera critica verso la Regione ha ribadito «La Regione non può limitarsi a fare da spettatrice anche perché possedeva delle quote di NMS fino a qualche anno fa. È necessario che intervenga con chiarezza e fermezza per garantire la continuità produttiva e occupazionale e per pretendere trasparenza nelle operazioni societarie in corso. La dignità e i diritti di chi lavora devono venire prima delle logiche speculative. Serve un’azione istituzionale forte e coesa, che riconosca il valore strategico di NMS per la Lombardia e tuteli chi ogni giorno, nei laboratori e nei reparti di produzione, contribuisce concretamente alla salute pubblica e all’innovazione terapeutica».
Nerviano Medical Sciences
É una realtà che nasce come centro di ricerca oncologica di alto livello, ereditando una lunga tradizione scientifica che affonda le sue radici nei laboratori farmaceutici un tempo legati a Pfizer. Dopo l’uscita della multinazionale americana e una fase di crisi economica, fu la Regione Lombardia, tramite la Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB), a rilevare l’azienda nel tentativo di salvaguardarne il patrimonio scientifico e i posti di lavoro. Grazie a questo intervento pubblico, NMS ha potuto continuare le sue attività di ricerca e sviluppo nel campo dell’oncologia, trasformandosi in un hub biotecnologico integrato che comprende anche i rami di preclinica (Accelera) e produzione farmaceutica (NerPharMa), sotto la struttura societaria di NMS Group. Nonostante la qualità della ricerca e i numerosi progetti innovativi, la sostenibilità economica dell’azienda restava un nodo irrisolto. È in questo contesto che, alla fine del 2017, si affaccia un nuovo attore: il fondo cinese Hefei SARI V-Capital Management, con sede a Shanghai e legato al prestigioso Shanghai Advanced Research Institute. Il fondo decide di investire in modo massiccio su NMS, rilevando il 90% del capitale per circa 300 milioni di euro, coprendo anche l’ingente debito pregresso. L’operazione si conclude formalmente nel marzo 2018, con la FRRB che mantiene il 10% della proprietà. L’arrivo dei cinesi è visto non come una “svendita”, ma come un’opportunità concreta per rafforzare il polo lombardo della ricerca oncologica. I nuovi soci portano capitali, visione industriale e apertura verso i mercati asiatici, pur lasciando inalterata la governance italiana e la sede operativa a Nerviano. Ed oggi ecco la doccia gelata per i lavoratori nervianesi, a pochi mesi di distanza da quando la FRRB ha cessato di essere azionista del centro di ricerche. Nel contempo il Gruppo Chiesi ha rilevato l’ex Teva, ma ci vorranno alcuni anni prima che riesca ad avviare la sua realtà, sempre di natura scientifica farmaceutica, a Nerviano.
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