“Stendi i panni” in mostra sino a settembre all’Osteria La Tela di Rescaldina
Magliette dipinte come testimonianze di rinascita: l’esposizione resterà visitabile fino al 12 settembre

Una riflessione visiva sul tema della violenza di genere attraverso le parole delle donne. È stata inaugurata martedì 15 luglio all’Osteria sociale La Tela di Rescaldina la mostra “Stendi i panni”, un’esposizione nata per dare visibilità e voce a chi ha vissuto esperienze di violenza. Promossa dal Servizio di Accoglienza Housing Alto Milanese di Fondazione Somaschi, l’iniziativa prende ispirazione dal “The Clothesline Project”, nato negli Stati Uniti negli anni ’90 presso la Utah Valley University. La mostra è allestita negli spazi dell’Osteria sociale La Tela, in strada statale Saronnese 31 a Rescaldina, e resterà visitabile fino a giovedì 12 settembre. L’accesso è gratuito negli orari di apertura del locale.
Un’espressione creativa collettiva
L’allestimento propone una serie di magliette dipinte, appese a un filo con mollette, come panni stesi ad asciugare. Non si tratta però di indumenti qualsiasi: ogni maglietta è stata realizzata da donne ospiti del servizio di accoglienza, durante laboratori creativi condotti dalle operatrici della struttura. Uno spazio protetto dove le partecipanti hanno potuto esprimersi, riflettere, connettersi tra loro e condividere esperienze. «Le frasi riportate sulle magliette non parlano direttamente della violenza subita, ma si concentrano sul presente e sul futuro – spiegano gli organizzatori -. A partire da domande semplici ma profonde — “Cosa ti piace della tua vita qui, oggi?”, “Cosa resta problematico?”, “Cosa ti aspetti dal futuro?” — le autrici hanno dato forma a parole che raccontano il cambiamento, la fatica, la speranza. “Stendi i panni” è più di una mostra: è un’occasione di ascolto, di presa di coscienza collettiva e di rafforzamento del senso di comunità. L’obiettivo è promuovere un cambiamento culturale sulle relazioni e sulla percezione della violenza di genere, offrendo al pubblico uno spazio per avvicinarsi con rispetto e comprensione a esperienze spesso taciute».

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