Ricercatori davanti ai cancelli della NMS di Nerviano: “Dopo 36 anni, mi hanno detto che dal 1° agosto rimarrò a casa”
L'amarezza dei ricercatori della NMS: "Abbiamo fatto tanto e vissuto tante esperienze qui dentro, e adesso ci troviamo in questa situazione"
Mentre i sindacati appendono le bandiere lungo la cancellata della NMS di Nerviano, non sono molti i lavoratori che hanno voglia di parlare. Comprensibile dopo la doccia fredda che gli è piombata addosso nei giorni scorsi: la decisione dell’azionista di maggioranza, il fondo PAG, di staccare la spina a tutte le attività di ricerca del gruppo, licenziando di conseguenza i ricercatori dei reparti Chemistry e Biology. Qualcuno versa anche qualche lacrima, mentre il piazzale davanti all’azienda biotech specializzata nella ricerca e sviluppo farmacologico nel campo dell’oncologia si riempie di camici bianchi.
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Qualcuno che dà voce all’incredulità per la situazione, però, c’è. «Ci è stato detto tre giorni fa, questa situazione è assurda perché sappiamo che la cosa non risale a tre giorni fa – ci racconta una ricercatrice che ha ormai alle spalle un lungo passato lavorativo in azienda -. Ci hanno comunicato che dal 1° agosto dovremo stare a casa, nel mio caso dopo 36 anni di lavoro, in maniera assolutamente incredibile. Il nostro lavoro è sempre stato amato, ci piaceva e lo facevamo con amore da sempre. Abbiamo fatto tanto e vissuto tante esperienze qui dentro, e adesso ci troviamo in questa situazione».
Il rischio che Nerviano debba dire addio alla NMS, peraltro, è una ferita per un intero territorio, oltre che per i lavoratori coinvolti, un centinaio circa. Soprattutto «in un momento storico dove cresce sempre di più il fenomeno della fuga di cervelli all’estero – come sottolinea Luigi Tripodi, coordinatore confederale UIL per il territorio di Legnano, Magenta e Abbiategrasso, che venerdì 18 luglio ha affiancato lavoratori, RSU e sindacalisti fuori dai cancelli dell’azienda -, e dove sempre più aziende, soprattutto di grandi dimensioni, chiudono».
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