Gorla Minore, cinque voti contrari e la mozione della maggioranza non passa
Le dimissioni di un assessore, una mozione della maggioranza che non passa e le accuse della minoranza con la pronta replica del sindaco Ermoni: sono giorni tormentati per la politica a Gorla Minore

Tutto è iniziato oltre un mese fa, con le prime voci che hanno iniziato a girare per il paese, fra lo stupore degli uni e il sorriso sarcastico di altri: si parlava di un assessore della Giunta Ermoni che sarebbe stato sul punto di dimettersi.
Silenzi, mezze dichiarazioni, rassicurazioni sulla compattezza della maggioranza, fino all’annuncio della reale intenzione di Stefania Rossetti – assessore al Bilancio e Finanze – di lasciare l’incarico.
Nel Consiglio comunale di martedì 15 luglio, l’ex assessore ha precisato che sarebbe rimasta però in Consiglio comunale, per mantenere fede all’impegno assunto con la propria candidatura, ma scegliendo di non sedersi più fra i banchi della maggioranza.
E’ proprio durante uno dei punti all’ordine del giorno quella sera che Rossetti ha scelto di votare in modo opposto rispetto al suo vecchio gruppo, aggiungendo – di fatto – il suo voto a quelli contrari della minoranza e impedendo così alla mozione di passare.
Ma di cosa si parlava?
A incendiare gli animi, il punto relativo alla modifica dello statuto comunale, in cui la maggioranza proponeva di di abrogare il deposito di un eventuale regolamento per 15 giorni presso la segreteria dell’ente: un modo per per ridurre i tempi e per snellire il lavoro degli uffici.
A spingere la maggioranza verso questa decisione, il fatto che fin dalla sua approvazione, avvenuta nel 2019, questo strumento non sia mai stato utilizzato: «Non vogliamo ledere un diritto, ma prendere atto della realtà» ha evidenziato il sindaco Ermoni.

L’opposizione e il consigliere Rossetti contrari a “togliere uno strumento di democrazia”
Immediata la replica dei consiglieri Orlandi e Lorvetti di “Per una Comunità Rinnovata”, che oltre ad aver ribadito che le modifiche allo statuto comunale sarebbe auspicabile fossero condivise anche con le minoranze, hanno chiesto una riflessione sulla rilevanza di tutelare la partecipazione popolare.
«Riteniamo sia un peccato andare a precludere la partecipazione dei cittadini, che sappiamo essere già bassa; togliere anche la possibilità di andare a visionare per 15 giorni un regolamento prima della pubblicazione ci sembra eccessivo. Inoltre questa pratica ha anche una funzione di trasparenza, quindi non ci troviamo in accordo né coi modi, né coi contenuti della vostra proposta» ha dichiarato Martina Orlandi.
La replica di Fabio Lorvetti ha ribadito la necessità di tutelare i diritti della cittadinanza, anche quando non ne usufruiscono: «E’ una mancanza di rispetto e trasparenza verso i nostri cittadini, che sono liberi di utilizzare uno strumento o non utilizzarlo. Intanto lascio ai gorlesi la facoltà di scegliere, di fare un’osservazione al PGT o al regolamento, se tolgo lo strumento a priori, invece non può farla».
«Allora siccome sempre meno gente va a votare, dobbiamo togliere il diritto di voto?» ha provocatoriamente rimarcato il consigliere di opposizione.
Su questo punto è arrivata la sorpresa per “Progetto per Gorla + Viva”, perché l’ex assessore Rossetti ha espresso delle considerazioni analoghe a quelle di Lorvetti e Orlandi, votando contraria e, di fatto, contribuendo così al respingimento del punto all’ordine del giorno. (Per le modifiche al lo statuto comunale la maggioranza richiesta è quella dei 2/3 del Consiglio comunale, quindi con 8 voti favorevoli e 5 contrari la mozione non è passata, ndr).

«Questo punto mi ha delusa, se fossi stata in Giunta in questi giorni non lo avrei accettato. Si sta togliendo la possibilità ai cittadini di proporre le proprie osservazioni scritte ai regolamenti – ha spiegato Rossetti – Si tratta di una modifica che presenta criticità e tali criticità sono state evidenziate anche da un software di Risk Management a cui ho sottoposto la proposta di modifica dello statuto comunale. Ciò che è emerso è come questa modifica ridurrebbe la trasparenza dell’azione amministrativa, togliendo ai cittadini uno strumento di informazione e confronto, eliminando uno strumento di partecipazione e confronto. Capisco la volontà di snellire e velocizzare le procedure, ma non siamo un’azienda privata, bensì un’Amministrazione pubblica che deve pensare alla partecipazione; per questi motivi, per la prima volta, mi trovo a dovervi dare un voto contrario».
La replica del sindaco Ermoni
La contrapposizione fra le parti durante il Consiglio comunale ha trovato spazio sui social e per le strade del paese nei giorni successivi e, per rispondere al dibattito venutosi a creare, il sindaco Fabiana Ermoni ha così deciso di replicare e ribadire il pensiero del suo gruppo, mostrando fermezza e convinzione a portare avanti il progetto iniziato.
«In riferimento alla mancata deliberazione del Consiglio Comunale del 15/07/2025 relativa alla modifica dell’articolo 43 comma 3 , capoversi 2 e 3 dello Statuto Comunale, si fanno di seguito alcune precisazioni.
L’articolo che intendiamo abrogare in sostanza prevede che ogni Regolamento che debba essere approvato in Consiglio Comunale, sia preventivamente pubblicato all’Albo pretorio cartaceo o informatico affinché i cittadini possano esporre le loro osservazioni. La presentazione della modifica ha suscitato l’ira delle opposizioni vecchie e nuove, che hanno gridato alla “preclusione della partecipazione dei cittadini” e a “togliere a chi abita in paese occasioni di informazione e confronto”.
Innanzitutto, ricordiamo a tutte le opposizioni che l’articolo è inserito nel Titolo VII dello Statuto, alla voce “Funzione normativa” e non al “Titolo VI – Partecipazione popolare” quindi le ragioni da loro esposte sono nulle in partenza.
Lo Statuto era stato approvato il 30/01/2019 dall’Amministrazione guidata da Landoni Vittorio. Da quella data e fino al giugno del 2024, fine mandato, sono stati approvati ben 20 regolamenti senza che sia mai stata adottata tale procedura. Alla faccia della loro sbandierata volontà di dare strumenti di partecipazione e voce ai cittadini!
Ad ogni modo questo articolo in discussione, che va al di là delle previsioni di partecipazione popolare previsto dal Testo Unico degli enti locali (d. lgs. 267/2000), è carente di due aspetti fondamentali:
1) chi è deputato ad analizzare le osservazioni dei cittadini: Sindaco, Giunta, Segretario comunale, Responsabili di servizio? Non si sa!
2) quali sono i regolamenti che possono o non possono essere soggetti a tale procedura (come, ad esempio, tutti i regolamenti relativi a tasse e tributi, oppure alle norme urbanistiche, atti esecutivi di norme legislative, ecc.)? Non si sa!
Insomma, l’articolo 43 comma 3 è fatto male ed incongruente con le normative del comune di Gorla Minore, nonché con quelle del Testo Unico degli Enti Locali.
Un po’ di umiltà da parte soprattutto di chi queste norme a suo tempo le ha approvate, sarebbe stata meglio che gridare a inutili scandali sulla mancata partecipazione dei cittadini alla “res publica”.
Comunque, nel rispetto della norma in materia, articolo 6, comma 4 del Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli enti locali, che lo prevede e lo permette, la nostra Amministrazione provvederà ad apportare la modifica dello Statuto con votazione e approvazione ripetuta in due successive sedute da tenersi entro trenta giorni»
Alla luce di tutto questo, non resta che attendere le prossime scelte. La sala del Consiglio comunale mostrerà come si evolveranno gli equilibri, vecchi e nuovi, all’interno dei gruppi.
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