Il doppio traguardo di Riccardo al Giro d’Italia e alla Maturità al Fermi di Castellanza
Diplomato al liceo sportivo dell’Istituto Fermi con il punteggio di 93 su 100, Riccardo Archetti ha portato a termine quest’anno anche il suo primo Giro d’Italia Under 23. Vuole diventare ciclista professionista

Riccardo Archetti si è diplomato al liceo sportivo dell’Istituto Fermi con il punteggio di 93 su 100. Un risultato di rilievo, soprattutto perché Riccardo, aspirante ciclista professionista, ha portato a termine quest’anno anche il suo primo Giro d’Italia Under 23.
Come sei riuscito a conciliare scuola e agonismo?
Non è stato facile, anche perché ho dovuto saltare almeno metà del secondo quadrimestre per partecipare alle gare. Tutte queste assenze mi hanno penalizzato, quindi ho dovuto impegnarmi molto di più quando ero in classe: cercavo di stare il più attento possibile, di fare più lavoro a scuola e meno a casa. Penso che questo mi abbia aiutato molto. Cercavo di concentrarmi e di ascoltare bene in classe per risparmiare tempo.
Come nasce la tua passione per il ciclismo?
Nessuno in famiglia aveva mai praticato ciclismo. Io mi sono appassionato fin da piccolo: mi piaceva andare in bici e all’età di sei anni già correvo con la bici da strada. Mi sono iscritto alla “Ju Green”, la squadra del mio paese, Gorla Minore, poi sono passato alla Bustese. L’anno scorso ho fatto un anno all’estero, sportivamente parlando, affiliato a una squadra spagnola: ogni weekend volavo in Spagna per correre. È stata un’esperienza bellissima che mi ha fatto crescere molto. Ho imparato la lingua, mi sono responsabilizzato e penso di aver messo a frutto quel lavoro anche a scuola quest’anno.
Adesso con che squadra corri?
Ora corro per inEmiliaRomagna Cycling Team, la squadra di Davide Cassani. Allenatori e compagni mi hanno aiutato a non trascurare troppo la scuola. Non è facile conciliare allenamenti e lezioni, soprattutto d’inverno con le giornate corte. È uno sport outdoor, quindi dipendi dal meteo e dalla luce.
Com’è andato il Giro d’Italia?
Arrivavo da un infortunio a inizio stagione che mi ha un po’ frenato e mi sto riprendendo piano piano. Era il mio primo Giro d’Italia ed è stata una bellissima esperienza, sicuramente da rifare l’anno prossimo. Ho imparato tanto e spero che mi possa servire per le prossime gare.
Quale è il tuo sogno?
Sì, mi piacerebbe trasformare questa passione nel mio lavoro. Però voglio portare avanti anche un progetto scolastico, magari un’università online che mi permetta di avere un programma più flessibile. Sono orientato verso l’ingegneria, in particolare ingegneria chimica. È impegnativo, ma penso di poter dare il meglio sia nello sport che negli studi.
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