La legnanese Gervasina Belloni compie un secolo di vita
Uno speciale compleanno che Gervasina festeggerà due volte: prima nella Rsa Il Palio, poi con i suoi famigliari al ristorante come da lei richiesto

Nata a Parabiago il 20 giugno del 1925, Gervasina Belloni ha trascorso gran parte della sua vita a Legnano, nel rione Legnanello, dove si è trasferita nel 1950. Oggi, alla vigilia dei suoi cento anni, Gervasina risiede presso la Rsa Il Palio di Legnano, dove si prepara a festeggiare questo traguardo importante con una doppia celebrazione.
Il primo appuntamento sarà venerdì 20 giugno alle 15, quando Gervasina spegnerà simbolicamente la sua centesima candelina in compagnia del personale medico, dello staff e degli altri ospiti della Rsa. Una festa sentita, pensata per condividere l’affetto quotidiano con chi la accompagna nella sua vita attuale. Il giorno successivo, sabato 21 giugno, il compleanno verrà celebrato nuovamente, questa volta in modo più intimo ma non meno speciale: insieme ai suoi famigliari, Gervasina sarà al ristorante, come da lei espressamente richiesto. Un regalo su misura per un traguardo importante.
Una donna sorridente e instancabile
Gervasina non ha segreti da svelare sulla sua longevità, ma il suo racconto parla di dedizione e forza d’animo. «Ho lavorato 40 anni alla Cantoni – racconta –. Andavo in bicicletta fino a Canegrate, anche quando nevicava». Un esempio di costanza che oggi viene ricordato con affetto. Sua figlia la descrive come una donna sempre sorridente, allegra e disponibile con tutti, qualità che non l’hanno mai abbandonata neppure nei momenti più faticosi. Nella Rsa tutti la conoscono, la salutano, e spesso la invitano a cantare vecchie canzoni popolari come “Amor dammi quel fazzolettino” o “La bella lavanderia”. «Il problema – scherza la figlia – è che poi le canta anche di notte». Un dettaglio che racconta molto della personalità di Gervasina è il suo legame con la maglia ai ferri: indossa sempre i due scialli fatti da lei, anche in piena estate con temperature oltre i 25 gradi. «Mamma, non hai caldo?» le chiedono. E lei risponde serafica: «No, così si sta bene e lo scialle lo tengo sulle spalle». E non manca l’ironia nemmeno quando il medico le ricorda di bere più acqua: «Dutur, o mai bevu e son riva’ fin chi», risponde in dialetto milanese, dimostrando che il buonumore è forse la sua vera fonte di giovinezza.
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