«Legnano ha sempre rispettato le leggi sul rispetto degli animali, divenendo un esempio da seguire per tutte le manifestazioni che impegnano gli equidi». Noberto Albertalli, già gran maestro del “Collegio” e riconosciuto uomo di Palio carico dei valori più profondi di questo movimento, scende decisamente in campo nella questione sollevata in questi giorni dalla LAV circa la legittimità da parte del nostro Palio di correre con cavalli purosangue.

«Legnano fin dai tempi del sindaco Potestio, oltre 30 anni fa – commenta Albertalli – si è interessata alla sicurezza e al benessere di fantini e cavalli. Da allora la commissione veterinari guidata dal dott. Alessandro Centinaio ha perfezionato sempre più i protocolli di prevenzione e di assistenza. La pista in sabbia che offre garanzia di tenuta in caso di maltmpo, lo steccato stile ippodromo, il canapo adattato per evitare cadute, l’ambulance horse, i dispositivi di protezione per i fantini sono stati tutti interventi che hanno comportato un impegno economico non indifferente per amministrazione comunale, enti organizzatori e contrade. Investimenti accolti in  maniera unanime per assicurare al nostro Palio una qualità riconosciuta da tutti».

Un attestato che, nel 2009, era stato certificato dalla conosciuta “ordinanza Martini” e da un convegno nazionale tenutosi a Palazzo Leone da Perego, presente lo stesso sottosegretario alla salute On. Francesca Martini. Momento fondamentale per elevare Legnano e il suo Palio ad eccellenza con i suoi cavalli purosangue.

«La possibilità di correre con cavalli d’eccellenza ce la siamo guadagnata sul campo – ancora così Albertalli -. Adesso, faremo un passo indietro, ma non per questo verranno meno tutti gli accorgimenti attuati fino ad oggi e anche questa decisione dimostra quanto siamo consapevoli delle nostre responsabilità. Tutto il resto, polemiche e tensioni soprattutto di questi giorni, è figlio esclusivamente di incattivimenti che con il Palio non hanno nulla a che vedere».