Quantcast

“Lavoro e diritti e mai più morti sul lavoro”: a Legnano in 250 al corteo del Primo Maggio

Sindacati e lavoratori in marcia per la festa del Lavora in attesa del concertone nel pomeriggio

Oltre 250 persone questa mattina, giovedì 1 maggio, hanno partecipato al corteo del Primo Maggio a Legnano. La classica sfilata organizzata dalle tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. Il lungo serpentone, guidato dai sindacati, è partito da piazza Monumento, luogo simbolo per la presenza della Franco Tosi, ed è proseguito fino a piazza San Magno dove è stato organizzato il comizio. Un primo Maggio per parlare non solo di lavoro e diritti, ma anche di libertà perché come ha ricordato il sindaco Lorenzo Radice, che ha dato il via ai discorsi davanti alla Basilica «la libertà non è scontata e oggi più che mai ce ne rendiamo conto. Dobbiamo esercitare la democrazia. Ognuno di voi deve farlo a prescindere della posizione politica. È importante che tutti andiate a giugno alle urne per votare i Referendum: tutti devono poter dire si o no. Ricordatevi che con il voto possiamo esercitare la democrazia e la libertà: non dimenticatelo mai è importante».

Galleria fotografica

Festa dei lavoratori a Legnano - Foto di Antonio Emanuele 4 di 35

Dalla piazza hanno poi preso la parola i rappresentanti delle tre sigle sindacali di Legnano, quindi, Mario Principe segretario della Cgil Ticino Olona, Eros Lanzoni di Cisl Milano Metropoli con Luca Paglialonga e Luigi Tripodi coordinatore Confederale UIL per il Territorio Legnano Magenta Abbiategrasso. Una festa dei lavoratori per ricordare chi ha perso la vita sul posto di lavoro, per sottolineare quanto sia importante la sicurezza e quanto sia necessario far capire quali sono i diritti di ogni cittadino. «Nessuno deve più morire sul lavoro – un messaggio forte e chiaro lanciato da tutti e tre i rappresentati sindacali di Legnano -.  È il momento di affrontare seriamente i problemi: Cgil, Cisl e Uil hanno  presentato da due anni al governo una piattaforma sulla sicurezza, come l’avevamo presentata ai precedenti governi e non c’è stata risposta». Ad intervenire anche alcuni delegati come  Salvatore Barbaro della Cgil e Gennaro Minucci delegato CISL che ha raccontato di esser stato una vittima di un incidente sul lavoro: «Ero impegnato su un macchinario poi all’improvviso qualcosa è andato storto e sono rimasto colpito in volto – afferma Minucci -. Le mie figlie e mia moglie quel giorno non hanno ricevuto un mio messaggio, ma una chiamata per avvisare che ero in ospedale e che la situazione sembrava piuttosto grave. Oggi sono qui a parlarvene, sono qui per dirvi che un lavoratore non può entrare nel suo posto di lavoro domandandosi se alla sera tornerà a casa. Non è più tollerabile».
La manifestazione si è poi spostata al teatro Tirinnanzi per il Concertone del Primo Maggio: la band vincitrice salirà sul palco del Rugby Sound.

Festa del Primo Maggio a Legnano - Lavoratori in piazza

LAVORO, DIRITTI E L’IMPEGNO DI UNA COMUNITA’
Citando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il segretario della Cgil Ticino Olona ha toccato la difficoltà che oggi vivono le famiglie strette «tra salati troppo bassi e un costo della vita che continua a salire insieme al forte rallentamento della rivalutazione delle pensioni che stanno rappresentando una vera emergenza. A tutto questo si affianca la tregedia delle morti sul lavoro: inaccettabile morire così nel 2025. Perdere la vita nell’idifferenza generale sul proprio posto di lavoro è davvero inaccettabile. Condividiamo poi la denuncia del presidente, che portiamo avanti da anni, sullo sfruttamento di migranti pagati il 25% in meno rispetto ai colleghi italiani. Perchp quando si accetta che qualcuno venga pagato meno si abbassa l’asticella per tutti. I diritti si indeboliscono. I contratti si svuotano. La competizione tra lavoratori diventa una guerra tra poveri. E noi a questa logica diciamo con forza no. Perchè il lavoro dev’essere dignitoso per tutti, senza distinzioni». Principe ha poi ricordato: «Celebrare il lavoro vuol dire riconoscere il valore umano, sociale e costituzionale di ogni donna e uomo che lavora. Vuol dire agire ogni giorno per cambiare le condizioni materiali della vita di chi produce, insegna, cura, crea e costruisce. Difendere chi lavora significa scegliere da che parte stare. E noi come sindacato unitariamente, scegliamo senza esitazioni la parte di chi chiede sicurezza, diritti e dignità».

Incisivo anche il discorso di Lazoni che ha spiegato la necessità di creare un nuovo umanesimo ed ha ricordato che il bene più prezioso è e resta il tempo «Dobbiamo spenderlo bene per costruire qualcosa di buono, di utile per sè e per gli altri è un percorso da fare insieme». Il rappresentante della Cisl con Paglialonga ha poi ribadito: «In questa piazza torniamo a riaffermare la centralità del lavoro che attraverso la contrattazione e la partecipazione contribuiamo a migliorare – afferma Lanzoni -. Dobbiamo sempre ricordarci che i luoghi di lavoro sono anche luoghi d’incontro, di socialità e condivisione. Proprio settimana scorsa ho firmato in un’azienda un accordo in cui si definiva la possibilità di donare la propria banca ore ai colleghi con carichi e problemi famigliari difficili e particolari. Perché lavoro è anche questo. Nel nostro territorio, dove il costo della vita è il più caro e il più alto d’Italia chiediamo il rinnovo dei contratti con particolare attenzione alla redistribuzione della produttività al salario contratto territoriale che insieme al problema dell’abitare ed al welfare territoriale trasversale: sono i principali argomenti sui cui costruire il futuro».

A chiudere il comizio è stato Tripo della Uil, lui ha invece ricordato le radici della Festa dei Lavoratori: «È un giorno che nasce da lontano. Le sue radici affondano nella storia: nel 1890, in Francia, si celebrava per la prima volta in memoria dei martiri di Chicago, 11 operai uccisi perché chiedevano una cosa semplice e giusta: lavorare otto ore, vivere otto ore, riposare otto ore. In Italia, il Primo Maggio lo ricordiamo anche per la strage di Portella della Ginestra, nel 1947: 11 vite spezzate in Sicilia, uomini e donne colpiti mentre manifestavano per i propri diritti. E ancora oggi, in questa giornata, ci stringiamo attorno a chi lavora, a chi lotta, a chi non dimentica. Ma non basta la festa. Oggi dobbiamo parlare. Dobbiamo denunciare. Perché il lavoro, in Italia, continua a essere un luogo di morte. Il lavoro deve essere dignità, non sacrificio. Deve essere futuro, non lutto». Il sindacalista invitando tutti i presenti alla seconda edizione del Concertone di Legnano ha concluso: «Serve che ogni imprenditore si senta responsabile. Che ogni lavoratore sia protetto. Che ogni cittadino pretenda giustizia. Il nostro appello, oggi, è chiaro e netto: Uniti per un lavoro sicuro. Uniti per un lavoro giusto. Uniti per non dover più piangere un collega, un fratello, una madre, una figlia che non tornano a casa. Il Primo Maggio non è solo memoria. È resistenza. È proposta. È lotta. E noi, da qui, da Legnano, da questa piazza, continueremo a lottare».

di
Pubblicato il 01 Maggio 2025
Leggi i commenti

Galleria fotografica

Festa dei lavoratori a Legnano - Foto di Antonio Emanuele 4 di 35

Galleria fotografica

Festa del Primo Maggio a Legnano - Lavoratori in piazza 4 di 40

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore