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Castellanza Servizi, così la dipendente ha svelato il malaffare

La dipendente ha denunciato la gestione illecita della partecipata del Comune.  IL LEGALE DEL DIRETTORE ARRESTATO: "DIMOSTREREMO ESTRANETA' AI FATTI"

Non ha avuto paura di parlare con i carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio per denunciare la gestione illecita della partecipata del Comune. La dipendente non ha voltato la testa davanti alle asssenze della direttrice della Farmacia comunale, all'uso privato dell’auto aziendale e all'impiego di denaro pubblico per ristrutturare la casa della figlia del direttore generale di Castellanza Servizi. 

[pubblicita] Una scelta non facile – la donna dopo la denuncia  ha raccontato di avere subito angherie di vario genere tra cui diverse lettere di richiamo – ma che ha permesso ai militari, in accordo con la Procura di Busto Arsizio, di avviare le indiagini che hanno portato al fermo di Paolo Ramolini che oltre a guidare la partecipata ne era responsabile anticorruzione. E così sulle spalle del fermato ci sono due capi d'imputazione: peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. Danno stimato all'ente pubblico pari a 13.823 euro somma, che secondo le indagini, era destinata al pagamento relativo al rinnovo degli infissi e destinato a un imprenditore legnanese che è  indagato. Quest'ultimo è risultato un fornitore della partecipata. 

MODUS OPERANDI – Il direttore generale, secondo gli inquirenti, ha agito con logiche di supremazia personale e di controllo dell'amministrazione pubblica. L'accusato come da regolamento della società del Comune di Castellanza, poteva esercitare un controllo diretto. In pratica, i servizi e le forniture potevano essere acquisiti direttamente dal direttore generale per importi non superiori a 5mila euro senza ulteriori controlli. A fronte di ciò l'accusato in veste di "agente pagante" ha emesso fatture con un importo massimo pari a 5mila euro (per pagare i serramenti della casa della figlia) evitando sostanziali controlli sull'attinenza dei lavori.  Nel caso specifico le cinque fatture contestate alla partecipata erano "gonfiate" in quanto riportavano interventi effettuati nell'ambito pubblico come la revisione delle sarracinesche di alcuni negozi oppure interventi nelle scuole medie di via Leopardi. 

LE CINQUE FATTURE INCRIMINATE – Le indagini sono entrate nel vivo quando i militari, durante le perquisizioni (effettuate nel maggio 2019) nelle sedi dei diversi fornitori della partecipata hanno trovato una cartellina verde contrasegnata come "Cps case popolari". Contenitore trovato nell'azienda legnanese di infissi che ha effettuato i lavori nella casa della figlia del direttore generale. E proprio in questa cartellina è stato trovato un preventivo per la sostituzione di serramenti e tapparelle intestato all'accusato con scritto "Ok fare lavoro" e il numero delle cinque fatture.

LA FARMACISTA – Non era sul posto di lavoro, ma in viaggio per Rimini, Bologna, Parma e Turchia la direttrice della farmacia comunale San Giulio gestita dalla partecipata Castellanza Servizi. In questo caso per gli inquirenti, il direttore generale ha certificato le false presenze per 783, 883 euro. Ore di lavoro mancate che sono state registrate nell'arco di 8 giorni, tra l'ottobre del 2018 e marzo 2019. Il direttore generale, in questo caso, ha messo a segno una truffa aggravata ai danni dello Stato.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 06 Novembre 2019
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