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Accam cerca nuove strategie per “sopravvivere”

Obiettivo, mantenere in house l'inceneritore in attesa della decisione sul futuro da parte dei soci - Una società si occuperà di riciclare i contenitori dei rifiuti speciali ospedalieri - Rialzate le tariffe.

Accam apre le porte alla sanificazione dei bidoni dei rifiuti speciali ospedalieri. A partire dal mese di agosto una società esterna si occuperà di recuperare e riciclare i bidoni in platica, in arrivo da aziende sanitarie, che potranno così essere riutilizzati. 

Una strategia messa a punto dal nuovo Cda guidato dalla presidente Laura Bordonaro per portare utili all’azienda, che per volontà dei soci sarà destinata alla chiusura e quindi alla liquidazione entro il 2021, e calmierare al contempo le tariffe per i soci conferitori. Dopo un  abbassamento del costo del conferimento in Accam, applicato proprio dal nuovo Cda, è stato infatti adottato un rincaro che sarà applicato a partire dai prossimi giorni nei nuovi contratti ponte, rincaro che corrisponde a poco meno di 1 euro a cittadino. «Tariffe  comunque in linea con i costi di mercato ha spiegato la presidente Bordonaro che questa mattina ha incontrato la stampa per fare chiarezza sulle ultime novità – Accam non è in una situazione di fallimento, sta attraversando una fase delicata che richiede molto impegno, quello che ci è stato chiesto dai 27 comuni soci. Nonostante la decisione presa sia quella di chiudere l’inceneritore nel 2021, abbiamo avviato una importante opera di ristrutturazione dell’impianto finalizzata ad abbassare le emissioni N0x, intervento ancora in fase di collaudo. Abbiamo ridotto i costi aziendali e adottato nuove strategie prioprio perchè il nostro obiettivo primario resta la continuità aziendale, oltre al rispetto dell’ambiente». Sullo sforamento dei livelli di inquinamento, segnalato dai Comitato ecologico che si oppone ad Accam, è stato spiegato che «l’intervento di ristrutturazione è ancora in fase di collaudo e che il superameno della soglia è stato registrato una sola volta con conqueguente e immediato intervento di Arpa». 

C’è poi il problema del mancato conferimento dei rifiuti in toto nell’inceneritore da parte di 7 comuni, che corrisponde per Accam ad un mancato introito di un milione di euro. Una perdita notevole, soprattutto considerando che in base alla legge Madia l’80% del fatturato deve provenire da amministrazioni pubbliche e al momento per l’azienda di Borsano questa percentuale è ferma al 67%. 

Il Cda di Accam continuerà a portare avanti il mandato dei soci-sindaci chiamati a decidere quale sarà lo scenario futuro dopo la chiusura dell’inceneritore prevista appunto per il 2021. L’appuntamento è per settembre quando è in programma una assemblea pubblica per comunicare tale decisione: «Confidiamo che si vada verso una prospettiva di continuità aziendale per non perdere risorse preziose rappresentate da chi lavora in Accam», è quindi l’auspicio del Cda impegnato a portare avanti il piano industriale approvato dai sindaci.

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Luglio 2018
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