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Lutto per Aurelio Stanzione

79 anni, è stato militante impegnato nel PD, storica figura del mondo politico cittadino...

Lutto in città per la improvvisa scomparsa di Aurelio Stanzione, 79 anni, militante impegnato del PD, storica figura del mondo politico cittadino.

Pensionato, ex manager commerciale di multinazionali, Stanzione era anche un profugo della VeneziaGiulia, esperienza che aveva segnato la sua esistenza e che aveva raccontato in occasione di alcuni incontri organizzati dal Comune di Legnano e dall'Anpi.

Il saluto ad Aurelio sarà mercoledì alle 16,30 al Cimitero Parco


Cari amici, vorrei poter ricordare il mio caro amico Aurelio ricorrendo a un brano, a mo' di metafora, tratto dalle Confessioni di Sant'Agostino. Non riesco a trovare parole mie originali per questa mancanza comunque improvvisa e spiazzante.

"[…] Ormai quell'uomo errava con me nell'animo e la mia anima non poteva stare senza di lui. Ed ecco che tu, che incombi alle spalle dei tuoi fuggitivi, "Dio delle vendette" e nello stesso tempo fonte di ogni misericordia, che ci converti a te in modi stupefacenti, ecco che lo togliesti da questa vita, dopo che aveva trascorso un anno appena nella mia amicizia, per me dolce al di sopra di tutte le dolcezze di quella mia vita. Da questo dolore il mio cuore fu ricoperto di tenebra, e tutto ciò che vedevo era morte. E la patria era per me un supplizio, e la casa paterna una incredibile infelicità, e tutto ciò che avevo messo in comune con lui, senza di lui si era mutato in una sofferenza lacerante. I miei occhi lo cercavano dovunque, e non lo trovavano; e odiavo tutte le cose perché non avevano lui, e non potevano più dirmi: "Eccolo, verrà", come quando da vivo non era lì. Io stesso ero divenuto per me un grosso punto interrogativo, e chiedevo alla mia anima perché fosse triste, perché mi tormentasse tanto, e non sapeva rispondermi niente. E se le dicevo: "Spera in Dio", giustamente non mi obbediva, perché era più vero e migliore quell' uomo carissimo che aveva perso, di quel fantasma in cui le ordinavo di sperare. Solo il pianto mi era dolce. Ed io continuavo ad essere per me un luogo di infelicità, dove non potevo restare, dal quale non potevo fuggire […]".

Salvatore Forte

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Aprile 2017
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