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E' SCOMPARSO DON ANTONIO ARIOLI, IL FONDATORE DE "I LEGNANESI"

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E' SCOMPARSO DON ANTONIO ARIOLI, FONDATORE DE ‘I LEGNANESI’
3110_foto.jpg Don Antonio Arioli con Marica Vignati, consorte del dr. Massimo Gasparri medico che ha assistito fino all'ultimo il sacerdote. La foto risale al compleanno dei suoi 90 anni.

E' deceduto stamane, all'ospedale di Legnano don Antonio Arioli, il sacerdote fondatore la Compagnia teatrale dei Legnanesi. Da tempo ammalato, nell'ultimo mese il suo fisico si è indeblito ancor più. Aveva 92 anni. Risiedeva a Rescalda dove dal 1959 al 1997 era stato parroco. I funerali si svolgeranno mercoledì 13, alle 10, nella chiesa di S.Maria Assunta.
‘Ci ha lasciati un sacerdote che ha svolto la sua missione in maniera esemplare – commenta il dr. Massimo Gasparri, già sindaco di Rescaldina e medico che ha assistito don Antonio fino alla fine – ma ci lascia soprattutto un uomo dalla risorse infinite e di una umanità unica’.

‘Quando il 25 aprile 1959 è arrivato a Rescalda – prosegue il medico – mancava tutto. E' stato lui a far costruire la sala cinematografica, la posta, la banca, la farmacia, poi l'attuale chiesa, la cui forma architettonica vuol essere in omaggio al Cervino. Appassionato di montagna, ha scalato più di una volta il Monte Bianco. Un personaggio straordinario’.

Anche don Gianni Proserpio, che gli è succeduto come parroco, ha un ricordo particolare: ‘L'espressione ‘mettersi a riposo’ gli era oscura – afferma il sacerdote – . Diceva ancora una messa al giorno, mi sostituiva quando ero assente, visitava gli ammalati, si recava in chiesa un'ora prima della funzione e pregava, pregava. Aveva una fede grandissima. Per il 60° di sacerdozio gli avevo proposto un volo in elicottero sul Resegone, dove lui aveva piantato una croce. Mi ha risposto: ‘Cosa credi? Posso andarci con le mie gambe!’.

Ma la fama più costante nel tempo che ha seguito don Antonio si riferisce alla fondazione del gruppo iniziale che avrebbe dato vita alla compagnia dialettale ‘I Legnanesi’.

Siamo nel 1947 – leggiamo nel volume La Teresa – Storie grame di povertcrist a cura di Renato Besana e Giorgio D’Ilario –  in piena ricostruzione, Milano è ancora lontana per la gente che vuole godersi uno spettacolo. Musazzi decide così di sopperire a questa esigenza e inventa la formula del suo teatro. All’inizio solo monologhi, poi scrive un canovaccio che prevede anche personaggi femminili, ma il coadiutore della parrocchia del Santo Redentore, don Antonio Arioli, lo blocca: “Tu sei matto! Sa po nó, sa po nó” . Il card. Schuster aveva infatti diramato una disposizione che impediva agli uomini di recitare insieme alle donne negli oratori parrocchiali.(…) Musazzi aggira l’ostacolo: tutte le parti femminili saranno recitate da uomini travestiti da donne. Il primo spettacolo, E un dì nacque Legnarello,  va in scena l’8 dicembre 1949.Il successo è crescente ma quando Musazzi chiede a don Arioli almeno un rimborso spese, si sente rispondere che “negli oratori si lavora gratis”.

Ancora di recente, esattamente il 3 aprile scorso, don Antonio ha avuto la forza di presenziare a uno spettacolo della ‘sua’ compagnia al Teatro della Galleria. Con la sala affollata, quando Antonio Provasio ha annunciato la presenza di don Antonio, tutto il teatro è esploso in uno scrosciante applauso.

Don Antonio, seppur visibilmente emozionato e commosso, con estrema lucidità, a dispetto dei suoi quasi 93 anni, ha raccontato come è nata la Compagnia, il rapporto di amicizia e di stima che l'ha unito a Felice Musazzi. Lui e l'attore: due persone la cui genuinità ha dato vita alla genialità di un progetto che ancora oggi vive di una incredibile attualità. 

‘Un sacerdote che qui a Legnanello ricorderemo sempre – ci dichiara Stefano Quaglia, animatore della parrocchia Santo Redentore – forse un po' burbero, ma umano, sensibile, trascinatore, unico. Il suo passaggio in parrocchia ha lasciato esempi importanti per la comunità. Non lo abbiamo mai dimenticato eppure da quando ci ha lasciati per Rescalda sono trascorsi più di quarant'anni’.

‘I rescaldesi – leggiamo in ‘Partecipare’ periodico di Rescaldina – hanno avuto il privilegio, forse irripetibile, di avere, come parroco, una persona ineguagliabile che ha lasciato un segno positivo in tutte le tappe del proprio percorso di vita e di sacerdozio. Ogni rescaldese, con il profondo amore che nutre per il suo “Don”, deve esserne orgoglioso. Grazie “Don”! ‘.

Nella foto, ripresa da’ Settegiorni’, l'omaggio che anche la città di Legnano ha voluto riservare a don Antonio.
Siamo nell'aprile 2007. L'allora sindaco Maurizio Cozzi, insieme ad Antonio Provasio, consegna al sacerdote una targa.
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Pubblicato il 11 Luglio 2011
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