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Housing sociale: “Il riordino era già in atto”

L'ex assessore ai servizi sociali Gian Piero Colombo replica alle critiche ricevute: "L'assessore Ceroni trovi soluzioni ai problemi, senza limitarsi a… spostarli"

Riceviamo e pubblichiamo:

Il neoassessore legnanese ai Servizi Sociali, Ilaria Ceroni, fresca reduce dall’epica campagna autunnale conclusa con il trasloco di una famiglia ROM qualche metro più in là, ovvero nel territorio del Comune di San Giorgio (per la serie lontan dagli occhi lontan dal cuore… meno contenti gli amministratori del comune in questione), ora parte lancia in resta per il “riordino” dell’housing sociale: tuona che i suoi sciagurati predecessori lo usavano come un “contenitore dove mettere di tutto un po’" e suggerisce nemmeno troppo velatamente che sprecassero così oltre 300mila euro l’anno. 
Forse qualcuno dovrebbe ricordarle che l’housing sociale è stato negli ultimi anni l’ultima risorsa, alla quale si è dovuto ricorrere quando nessuno degli altri strumenti a disposizione dell’Amministrazione poteva evitare che persone singole e/o nuclei familiari in situazione di sfratto esecutivo si ritrovassero senza un tetto. È forse una colpa aver incrementato gli investimenti per poter dare risposta a un’emergenza abitativa che negli ultimi tre anni è letteralmente esplosa? L’errore sarebbe stato garantire un posto letto a persone in situazione di estrema fragilità? È questa l’“onestà intellettuale” così tanto auspicata dalla nuova giunta legnanese?
È vero: l’housing sociale dovrebbe offrire a soggetti e famiglie fragili un’ospitalità solo temporanea, con l’obiettivo di costruire in tempi ragionevoli una loro nuova autonomia psicologica ed economica. È altrettanto vero però che spesso non è semplice, per queste persone, superare la condizione di bisogno e raggiungere l’autonomia abitativa, nonostante il supporto degli operatori. Occorre tempo e pazienza.
L’assessore Ceroni in realtà sa bene che la verifica puntuale delle situazioni in carico al servizio sociale nell’ambito dell’housing era già stata avviata dall’assessore che l’ha preceduta, con il pieno coinvolgimento dei tecnici comunali e con una decisa pressione sull’Associazione Cielo e Terra, affinché individuasse i nuclei per i quali vi erano le condizioni per una “dimissione” dal servizio. In altre parole: il “riordino” era già in corso e stava già dando i suoi frutti.
Comprendo però le ragioni della dott.ssa Ceroni: soffre della malattia tipica dei neo-assessori, è dominata dalla “smania” di dimostrare quant’è capace, e indubbiamente conosce l’arte di farsi notare. Considero tuttavia davvero una caduta di stile l’arroganza con la quale giudica e denigra il lavoro del suo predecessore. Chi sa brillare di luce propria non ha bisogno di farlo!
Le auguro quindi di rientrare nei panni che più le si addicono (si dice infatti, e lei dice di se stessa, che è una brava manager): entri nella complessità della realtà, si confronti con i vincoli della Pubblica Amministrazione e trovi soluzioni ai problemi, senza limitarsi a… spostarli! Per il resto si sa, il tempo è galantuomo…

Gian Piero Colombo

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Novembre 2017
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