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Defibrillazione pubblica: le novità dal meeting di Piacenza

Mirco Jurinovich, presidente di Sessantamilavitedasalvare, lancia l'appello alle amministrazioni locali affinchè si costituisca un tavolo di lavoro...

Importantissime novità arrivano dal 4° meeting internazionale “Al cuore del problema” svoltosi a Piacenza e dedicato alla diffusione europea di  progetti di defibrillazione pubblica (PAD). Tra i presenti anche Mirco Jurinovich, presidente cerrese della associazione  Sessantamilvitedasalvare.

A seguito dei variegati interventi legislativi succedutisi negli ultimi anni, sul territorio nazionale si era venuta a creare una situazione di difformità che paradossalmente frenava e ritardava la capillare diffusione dei defibrillatori. Ora, grazie all’azione di informazione presso l’opinione pubblica e di mediazione verso il Ministero della Salute, portata avanti dalle numerose associazioni operanti nel settore, si è giunti ad un importante risultato contenuto in una recentissima circolare ministeriale i cui effetti sono stati illustrati durante il congresso. La prima novità riguarda la fine del monopolio autorizzativo relativo all’uso del defibrillatore che potrà ora essere delegato dal sistema 118 ai vari soggetti formatori; altra importante svolta riguarda il riconoscimento nazionale della formazione e dell’autorizzazione all’uso del DAE, fino ad ora relegato ad assurdi campanilismi regionali o addirittura provinciali. Ultimo ed epocale cambiamento l’eliminazione degli aggiornamenti obbligatori (ogni 24 mesi) per chi ha già conseguito l’abilitazione all’utilizzo del defibrillatore: recita in fatti la circolare “l’autorizzazione all’uso del DAE rilasciata a personale non sanitario, intesa come atto che legittima il soggetto ad impiegare il defibrillatore ai sensi della legge 3 aprile 2001 n°120, ha durata illimitata”.

Piena soddisfazione espressa da Sessantamilvitedasalvare che intravede in questi elementi facilitativi introdotti dal Ministero, la possibilità di giungere in tempi brevi alla liberalizzazione totale dell’uso dell’apparecchio, aumentando in maniera esponenziale le possibilità di sopravvivenza dei soggetti colpiti da un arresto cardiaco: “Il tempo si conferma nemico principale nella lotta a questa patologia – afferma Mirco Jurinovich, presidente di Sessantamilavitedasalvare – e i dati presentati al meeting parlano chiaro: grazie alla capillare distribuzione di 500 defibrillatori sul territorio provinciale e alla rapida attivazione garantita dalla prossimità, i soccorritori laici piacentini hanno trovato nel 55% dei casi un ritmo defibrillabile, cioè risolvibile dall’utilizzo del defibrillatore, contro solo l’11% riscontrato dai mezzi di soccorso sanitario (118). Questo si traduce in un 44% di possibilità di sopravvivenza sottratte a soggetti colpiti da un arresto cardiaco nei territori dove non sono attivi progetti di defibrillazione pubblica e il soccorso è ancora esclusivamente garantito da ambulanze, auto mediche o eliambulanze”.

Proprio per questo motivo le associazioni Sessantamilavitedasalvare e Amici del Cuore Altomilanese hanno lanciato un appello alle amministrazioni locali affinchè si costituisca un tavolo di lavoro per valutare la possibilità di attivare sul territorio un’iniziativa simile a quella di Piacenza.

Redazione
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Pubblicato il 17 Giugno 2014
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