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Giornata della pace: confronto tra religioni alle Tosi

A parlare agli studenti Monsignor Angelo Cairati, l'islamico Ibrahim Gabriele Iungo e il Rabbino Ariel Finzi...

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Giornata della pace alle scuole medie Tosi 4 di 9

«Viviamo in una città di diversi, nessuno può essere discrimininato per la religione a cui appartiene», così Gabriella Lazzati preside delle scuole medie Tosi di Legnano ha aperto la "giornata della pace", dedicata quest'anno alla conversazione tra tre grandi religioni.

Presente all'incontro Monsignor Angelo Cairati, parroco della comunità di san Domenico e San Magno, Ibrahim Gabriele Iungo presidente della Comunità Islamica di Milano e il Rabbino Ariel Finzi della comunità ebraica di Milano.

A moderare lo scambio di esperienze religiose il sindaco di Legnano Alberto Centinaio«Oggi siamo qui per mandare segnali di pace, comprensione e rispetto – così ha detto il primo cittadino –La pace però nasce innanzitutto dai nostri cuori. E' importante vedere come le religioni che fanno parte del patrimonio di un popolo possono essere un bene per l'umanità, ma che se strumentalizzate e usate negativamente diventano un male. Tornando dalla Corea del Sud il Papa ha detto "Siamo di fronte a una Terza Guerra Mondiale": sono parole che dovrebbero far riflettere tutti».

Monsignor Cairati ha cominciato a vivere l'oratorio sin da bambino e lo vive tutt'ora, nella sua vita ha conosciuto parecchie realtà ed è la Chiesa fatta di persone quella che a lui piace: «Accostandomi alla Parola di Dio – ha spiegato Don Angelo ai ragazzi – ho capito che Gesù è mediatore tra Dio e gli uomini, l'essenza vera di Dio è che è padre quindi noi siamo tutti fratelli. La prima radice della pace è il cuore dell'uomo. Sono contento di essere qui con altre religioni, non lo sono invece quando la malattia della religione prende qualcuno e parlo di integralisti e fondamentalisti, persone che irrigidiscono la loro religione». 

Ibrahim è italiano e nato in una famiglia cristiana e anche lui ha seguito il catechismo, ma in seguito ha approfondito la sua fede studiando l'Islam fuori dall'Italia. Ora sente di avere una responsabilità di fede da trasmettere ai suoi fratelli: «Allah non è un altro Dio – ha raccontato –, ma un modo arabo di indicarlo. Nel Corano Allah ci dice che Lui ha 99 nomi, un numero simbolico per dire che si manifesta in tanti modi. Anche la pace è un nome di Dio, perchè da Dio viene la pace. La religione è un insegnamento che guida la nostra vita, come una danza, ma la si può capire solo praticandola».

Ad accompagnare Ibrahim la giovane moglie 23enne, anch'essa italiana di origini torinesi, che ha raccontato il ruolo della donna nel mondo islamico agli studenti: «Gli anni delle medie sono stati migliori della mia vita. La disinformazione spesso identifica l'immagine del velo con l'idea della donna sottomessa, ma la donna in ambito islamico è colei che dà vita ed educa i figli oltre ad essere un sostegno per l'uomo, su di lei si regge l'economia della casa».

La fede del Rabbino Ariel Finzi è nata in famiglia e come molti ragazzi ha avuto la crisi dei 18 anni, ha raccontato, ma con il matrimonio e la nascita dei figli è tornato su un percorso basato su continuità e tradizioni da tramandare, seguendo gli studi e ottenendo la laurea rabbinica: «L'Ebraismo è una religione differente da Cristianesimo e Islam – ha chiarito il Rabbino Finzi – perchè è pre-messianica in quanto non ha riconosciuto in Gesù il Messia, ma lo sta ancora aspettando. L'approccio alla fede è pragmatico, quando arriverà l'era messianica sarà un momento in cui l'istinto al male non ci sarà più. L'approccio ebraico ora nasce dall'idea che "la pace è il contrario della guerra", quindi parliamo della guerra per capire a ritroso come intendiamo la pace». 

Sollecitato da Monsignore ad una riflessione sulla condizione delle minoranze cristiane, perseguitate nei paesi islamici,  lo stesso Ibrahim ha infine risposto: «Quando una minoranza non musulmana viene perseguitata in un paese musulmano questa è una sconfitta per i musulmani».

Al termine della manifestazione è stato consegnato a tutti gli intervenuti un ramo di ulivo, simbolo di pace. 

Manuela Zoni

Redazione
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Pubblicato il 13 Novembre 2014
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