Ancora mafia, ancora a Rho. Le ultime indagini delle forze dell'ordine hanno portato di nuovo agli onori della cronaca la città di Expo per i suoi legami con la malavita organizzata (qui il nostro articolo). La città del Milanese era il centro del mercato locale dello spaccio gestito dagli appartenenti della Ndrina rhodense. A Rho, infatti, arrivavano cocaina e hashish da Belgio, Olanda e Spagna e la marijuana che veniva coltivata a Castelsilano, in Calabria.

Durante la campagna elettorale il tema dell'istituzione di una commissione comunale antimafia era stato uno dei cavalli di battaglia di Rifondazione Comunista. Il gruppo capitanato da Mauro Rossetti aveva insistito molto sulla necessità di fermare le mafie e creare un argine culturale al loro insediamento. «A Rho, purtroppo, continua a esserci una sottovalutazione di questo problema – spiega Rossetti -. Finora sono stati arrestati "pesci piccoli" ma dalle indagini emerge che la 'ndrangheta qui ha fatto grossi investimenti. Basti pensare all'interesse delle mafie nel campo del "movimento della terra", e qui, a Rho, negli ultimi anni ce ne è stato tantissimo con Expo e Rho Fiera».

L'istituzione della commissione consiliare antimafia da parte della giunta Romano può, secondo Rossetti, essere un primo passo. «L'importante – specifica l'ex candidato sindaco di Rifondazione -, è che alla commissione partecipino anche persone competenti come magistrati e esponenti delle forze dell'ordine che abbiano una reale conoscenza dei processi attraverso cui la criminalità riesce a infiltrarsi nelle attività economiche e amministrative locali. Altrimenti il rischio è che quanto discusso non abbia mai un riscontro pratico. Le iniziative nelle scuole e i percorsi per la legalità vanno benissimo e sono lodevoli, ma purtoppo non bastano».