Spese pazze in Lombardia, Cecchetti si difende
A luglio il processo sui rimborsi regionali indebitamente ricevuti da 56 ex consiglieri ed ex assessori regionali. Coinvolto anche il leghista Cecchetti...
Rinviato a giudizio il consigliere comunale di Rho Fabrizio Cecchetti, Lega Nord, nell’ambito dell’inchiesta sulle spese pazze in Regione Lombardia. Il processo inizierà il primo luglio e vedrà imputati 56 ex consiglieri regionali accusati a vario titolo di truffa e peculato, per usi impropri dei rimborsi regionali. Tra questi anche il rhodense Cecchetti, vicepresidente del Consiglio regionale e consigliere comunale a Rho.
“Ancora una volta mi trovo a commentare la questione dei rimborsi. Nella sua requisitoria il Pubblico Ministero ha fatto di tutta l’erba un fascio, generalizzando e confondendo posizioni ora confluite nella decisione del GUP. Sono sbigottito e rimane il mio stupore a sentire ancora le solite affermazioni per una vicenda già conclusa positivamente davanti la Corte dei Conti. E allora, con questo processo, di cosa stiamo parlando? Rimango comunque fiducioso e attendo con serenità il dibattimento, sicuro che alla fine emergerà anche in questo caso la mia totale estraneità ai fatti contestati. Nel mentre, come ho sempre fatto, continuerò a lavorare per il bene dei cittadini lombardi senza perdere altro tempo”
Così il Vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) sulla decisione di rinvio a giudizio del GUP di Milano per la vicenda dei rimborsi regionali.
Spiega Cecchetti: “Questa storia si è già risolta positivamente con la Corte dei Conti che ha chiarito che non c’era dolo nella mia condotta e ha stabilito che sono da ritenersi regolari le spese, di varie tipologie, come quelle da me sostenute. Nessuna spesa strana o di carattere personale si può trovare nel mio fascicolo. Tra l’altro – aggiunge ancora Cecchetti – la Corte dei Conti della Lombardia mi ha riconosciuto un “encomiabile comportamento istituzionale” e la Procura presso la Corte dei Conti ha sancito che le mie spese non erano “attinenti ad interessi di carattere prettamente privato e personale”.
"Vi sono state inoltre, fino ad oggi, precise interpretazioni degli stessi organi giudicanti. Basta ricordare i recenti casi di archiviazione o di assoluzione nei Tribunali di Torino, Aosta, Bologna per gli identici fatti che riguardano il sottoscritto. A questo si aggiunge la stranezza – conclude il VicePresidente – che proprio la procura milanese, per condotte identiche alle mie ha proceduto all’archiviazione. Qual è allora il ragionamento dell’accusa? Confido nella sentenza finale del collegio giudicante e nel mentre continuo a lavorare per i cittadini della Lombardia”.
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