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PUGNI E CALCI A UN AGENTE DELLA POLIZIA LOCALE

Parabiaghese di 35 anni processato per direttissima al Tribunale di Busto Arsizio - Condannato a 5 mesi...

Preso a pugni e a calci senza motivo, probabilmente solo perché appartenente al corpo della Polizia Locale: è quanto accaduto a un giovane agente del Comando di Parabiago.

Era intento a controllare le macchine lasciate in sosta nel parcheggio di via XXIV maggio (ex filanda), quando ha notato un cittadino che scagliava calci e insulti contro l’auto di servizio parcheggiata poco distante. Ovviamente il vigile non è rimasto indifferente alla scena e si è avvicinato all’uomo per domandargli cosa stesse facendo e con chi ce l’avesse.

La prima reazione di quest’ultimo nei confronti dell’agente è stata un calcio e quando lo stesso ha poi estratto il cellulare per chiedere l’aiuto dei colleghi, l’uomo è andato ben oltre, con pugni e insulti. Quando la pattuglia è giunta sul posto, l’aggressore aveva fatto perdere le proprie tracce.

Tuttavia, essendo già noto al corpo di Polizia Locale perché pesantemente sanzionato circa sei mesi fa (da qui, probabilmente, la sua reazione rabbiosa e violenta), è stato raggiunto mentre varcava il cancello della sua abitazione e portato al Comando.

Nel frattempo erano stati allertati anche i Carabinieri, che l’hanno arrestato per violenza, lesioni, e resistenza a pubblico ufficiale, nonché per danneggiamento di patrimonio pubblico: l’uomo, cittadino parabiaghese di 35 anni, è stato processato questa mattina per direttissima al Tribunale di Busto Arsizio: il cittadino parabiaghese che ha aggredito l'agente della Polizia Locale ha patteggiato ed è stato condannato a 5 mesi, con la condizionale.

«Una vicenda, questa – ha commentato del comandante, Maurizio Morelli – che mi lascia una grande amarezza e che rappresenta l’ennesima testimonianza di quanto il nostro lavoro non sia compreso né rispettato. Sei mesi fa, quel cittadino aveva commesso un’infrazione gravissima, che avrebbe potuto mettere pesantemente a rischio non solo la sua incolumità, ma anche quella altrui. Sanzionarlo è stato un nostro preciso dovere, per il bene e la sicurezza della collettività. Invece (e questo è purtroppo un sentimento comune), chi lavora per far rispettare le leggi viene malvisto e, a volte, come in questo caso, anche oltraggiato».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Dicembre 2013
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