Il commercio legnanese sta cambiando volto. Come accade nelle grandi metropoli – Milano in testa – anche nella città del Carroccio sono sempre di più le attività gestite da stranieri.

I più intraprendenti sono i Cinesi, seguiti da marocchini e senegalesi. Per constatarlo basta uscire di casa per un caffè. Il bar Grillo (vedi foto), feudo milanista presente da decenni in via XXIX maggio, a Legnano, è solo l'ultimo esempio di questa trasformazione in atto. Da sei mesi dietro al bancone si parla un'altra lingua; i nuovi gestori dello storico esercizio hanno gli occhi a mandorla ma conoscono bene l'Italiano e continuano a fare caffè e a servire apeitivi come faceva chi li ha preceduti. Lo stesso vale per un bar di  via Venegoni e uno via Ciro Menotti; poi c'è la pizza al trancio di via De Amicis, gestita da un cinese che ha sposato un 'italiana: "L'80% degli imprenditori stranieri del legnanese – rivela Paolo Ferrè, presidente dell'Unione dei Commercianti di Legnano – è di origine cinese. Operano prevalentemente nel settore alimentare e in quello della chincaglieria, poi ci sono marocchini e senegalesi". 

Circa la metà dei banchi di frutta, verdura e abbigliamento presenti  al mercato cittadini  sono gestite da stranieri,  tantissimi anche i ristoratori: "Inizialmente – spiega ancora Ferrè – acquistavano un locale e lo gestivano. Poi, in particolare i cinesi, hanno cambiato strategia: ora assumono personale dipendente italiano risultando così più professionali". Nei menù si trovano quindi piatti lombardi. E' il caso del ristorante "Il Borgo Antico" gestito dai fratelli Francesco e Silvio Wu con cuochi e dipendenti italiani. 

Proprio di recente un giovane albanese, Florenc Nika (28 anni, nella foto a destra) ha aperto "Pizza Week" in via Barbara Melzi 58, Legnano; Andrea Lin (nella foto in alto) a soli 21 anni la scorsa settimana ha inaugurato il suo primo ristorante giapponese, "Lin Sushi" in via Per Busto a Legnano. Un successo.

Difficile dare dei numeri precisi:  gli imprenditori stranieri non si rivolgono facilmente alle associazioni di categoria come Confcommercio, che traccia un quadro negativo del settore. "Quest'anno abbiamo registrato per la prima volta un saldo negativo con  28 esercizi chiusi nel legnanese – spiega Ferrè – alla fine del 2011 erano 1126, il 2012 è stato chiuso con 1098 attività (Da precisare che nel legnanese la Camera di Commercio registra circa 3mila e 500 esercizi commerciali; 1098 sono quelli iscritti alla Confcommercio, ndr)". A resistere sono soprattutto i settori legati alla tecnologia e alla telefonia; vanno bene i locali di intrattenimento e il lusso; precipita invece l'abbigliamento, in particolare quello maschile e la   calzatura. Anche i saldi estivi non hanno dato una spinta decisiva all'economia locale.

Ma se gli italiani chiudono, il numero di stranieri che alza le saracinesche è in controtendenza, e cresce: "Nel 2012 abbiamo registrato un aumento delle aperture effettuate da stranieri – conferma il presidente dell'Unione dei Commercianti, nella foto accanto –  imprenditori  molto volenterosi e determinati che però fanno poca rete con gli altri commercianti; le associazioni di categoria sono aperte. Per quanto riguarda regole e controlli, sono del parere che in Italia servirebbero meno regole estese a  tutti".  

valeria arini