Arabia felix è una di quelle espressioni particolarmente evocative, richiama alla mente ambienti fantastici, ricchezza e benessere, avventure fiabesche. Con questo termine gli antichi romani denominavano lo Yemen, che pure dovettero rinunciare a sottomettere nell’espansione dell’Impero verso Oriente.

In posizione geografica strategica per secoli, fin dall’antichità, le città yemenite costruite sulle coste del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano prosperarono anche grazie al controllo esercitato sui traffici commerciali.

Fu anche meta prediletta di colti escursionisti alla ricerca di ambienti suggestivi. Si può citare Pietro Manzoni, nipote del più illustre Alessandro, che alla fine dell’Ottocento, dopo tre anni dedicati alla scoperta di questo Paese, redasse una dettagliata ed entusiastica descrizione con la pubblicazione di “El Yemen. Tre anni nell’Arabia felice”.

Altrettanto appassionata e appassionante è la testimonianza di Pier Paolo Pasolini che dal suo viaggio in Yemen ricavò un bel documentario, “Le mura di Sana”, ma soprattutto sollecitò l’intervento dell’UNESCO per la salvaguardia degli edifici storici delle città yemenite.

Dal 2015 un colpo di stato ha rotto il delicato equilibrio su cui si reggeva il paese. Anche questo estremo lembo della penisola arabica è stato colpito dalla rabbia distruttiva della guerra civile.

L’attenzione dei media, costantemente rivolta agli avvenimenti che riguardano Siria, Iraq, Afghanistan, mostra scarso interesse per questo conflitto.

Il Centro Culturale San Magno ha ritenuto quindi doveroso andare contro corrente, cogliendo favorevolmente una opportunità interessante: la disponibilità di una ricca rassegna di fotografie sullo Yemen.

L’autore, il prof. Francesco Augelli, docente di Tecnica del Restauro del Politecnico di Milano, nel corso di un viaggio in Yemen, per motivi professionali, ebbe modo di fissare le suggestive immagini delle eleganti architetture di palazzi di Sana, le espressioni intense dei bambini, testimonianze di un mondo povero, ma sereno, di uno stile di vita arcaico.

A questi scatti dai colori squillanti e caldi, in mostra, vengono contrapposte altre immagini, le istantanee che documentano la guerra e la distruzione dei centri abitati yemeniti, le condizioni di vita drammatiche in cui sopravvivono i civili.

La mostra “Arabia (In)Felix. La silenziosa strage di innocenti nello Yemen” è un tentativo di sollecitare l’attenzione e suscitare qualche riflessione sulla tragedia del popolo yemenita e soprattutto dei bambini ai quali è negato il diritto di vivere la loro infanzia.

Intervenendo all’inaugurazione della mostra, sabato 21 gennaio, il prof. Augelli ha sottolineato che lo Yemen, depositario di un favoloso patrimonio architettonico e ambientale, con la guerra rischia la cancellazione della propria identità. Il docente ha precisato che le foto esposte sono inquadrature da turista o da tecnico, tuttavia intendono cogliere le peculiarità e lo spirito di un ambiente: la povertà dignitosa di un popolo che sa vivere in modo essenziale. Il viaggio in Yemen è stato una sorta di salto nel Medioevo.

La sequenza di fotografie è corredata da due brevi filmati: uno spezzone del documentario di Pasolini che sollecita l’intervento dell’UNESCO, immagini e suoni della guerra.

Chi vuole lasciarsi catturare dalle suggestive visioni dell’Oriente e, allo stesso tempo, riflettere su un’assurda strage, può visitare la mostra, allestita con la collaborazione della dott.ssa Shirin Eghbal (pittrice e cultrice di arte, nata in Iran, ma cittadina italiana e legnanese d’adozione, collabora alle visite guidate organizzate dal Comune di Legnano) al Centro Parrocchiale San Magno, sabato 28 e domenica 29 gennaio, sabato 4 e domenica 5 febbraio, dalle 10.00 alle 12.00, dalle 16.00 alle 19.00.

Maria Teresa Padoan