Scusatemi se oggi farò un discorso un po' inusuale in una giornata di festa come l'Investitura, però non vi nascondo che sono davvero fortemente preoccupato per il nostro Palio.

Quest'anno ci sono tante e tali novità, alcune direi quasi "epocali", che mi fanno davvero pensare che ci troviamo di fronte al "Palio dell'Anno Zero".

La crisi economica sempre più pesante, le imposizioni del governo italiano e di quello europeo che certemente limitano l'autonomia dei comuni, le scelte, non tutte sinceramente condivisibili, della nuova Amministrazione Comunale, ci pongono davanti ad uno scenario che, a meno di novanta giorni dal Palio, mi fa nascere tanti interrogativi, che vorrei esternarvi e sui quali mi piacerebbe che si aprisse al più presto, nelle sedi opportune, un necessario dibattito:

– Quale sarà il ruolo e quali saranno le reali competenze del nascente Comitato Organizzatore?

– E di conseguenza, quale sarà il ruolo del Collegio e delle Contrade e, perché no, della Famiglia Legnanese?

– L'Ufficio Palio, dopo i pesanti tagli di organico, sarà ancora in grado di lavorare mantenendo lo stesso livello qualitativo degli anni scorsi?

– Quali altri tagli e ridimensionamenti subirà il programma della manifestazioni collaterali, che al momento non è stato ancora definito o quanto meno non ancora comunicato ufficialmente alle Contrade?

– Avremo abbastanza sponsor, saranno sufficienti per raggiungere la cifra prevista a bilancio? A chi spetta oggi di trovarli? Al Comune, al Comitato Organizzatore, al Collegio, alle Contrade, alla Famiglia?

– Per finire, la diretta televisiva: potremo contare ancora su questa fondamentale vetrina per il nostro Palio e soprattutto per i nostri sponsor? Una vetrina che, non dimentichiamolo, si apre ormai da più di dieci anni.

Io ritengo che questi ed altri interrogativi siano di non poco conto, se non altro perché il tempo che ci separa dal 26 maggio è sempre più ristretto ed putroppo, quando ci si trova ad affrontare così importanti novità, si può davvero correre il rischio di fare un passo falso, o quel che peggio, un pesante passo indietro.

Credo che il Palio non meriti, a quasi ottant'anni dalla sua nascita, di fare né l'uno né l'altro.

GIANFRANCO ZOTTINO – gran priore contrada San Domenico