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L’omosessualità è una malattia?

Ufficialmente Il 17 maggio è la giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia, in ricordo del giorno in cui essere gay non è stato più considerato una malattia...

Prendo spunto da un evento accaduto nel mio studio per svolgere alcune riflessioni in merito ad un tema molto attuale: l’omosessualità.

Una donna quasi cinquantenne si presenta per un primo colloquio accompagnando la figlia prossima alla maggiore età. La ragazza appare spaesata e non proferisce parola, mentre il genitore inizia a raccontarmi quale, secondo lei è il problema della figlia, ovvero “amicizie ambigue con ragazze lesbiche”. Questo comportamento della figlia per la madre non è assolutamente accettabile, ed il mio compito come terapeuta, secondo la donna, sarebbe dovuto essere quello di “guarire” la ragazza.

Ma dunque l’omosessualità è una malattia? Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), l’Apa, l’Associazione psichiatrica americana, prese atto nel 1973 dell’assenza di prove scientifiche che giustificassero la precedente catalogazione dell’omosessualità come patologia psichiatrica, cancellandola dal suo elenco delle malattie mentali. Ufficialmente Il 17 maggio è la giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia, in ricordo del giorno in cui essere gay non è stato più considerato una malattia.

Eppure, nonostante siano passate quattro decadi, poco sembra essere cambiato nella mentalità delle persone sull’omosessualità, così come dimostrano i recenti suicidi di ragazzi gay: nel 2014 di omosessualità si muore ancora.

Ma cosa rende un omosessuale tale? Basta il fatto di avere rapporti sessuali con persone dello stesso sesso? È evidente che questo non è sufficiente. Un ragazzo attratto da un altro ragazzo ma che non ha mai avuto rapporti sessuali non potrebbe essere definito tale. Il fenomeno della prostituzione maschile, inoltre, è perlopiù costituito da giovani ragazzi che vendono il proprio corpo per soldi, senza un desiderio di incontrare specificatamente un altro uomo nel rapporto sessuale. D'altronde, neppure prendere il desiderio per persone dello stesso sesso come unica caratteristica è sufficiente. Se questo desiderio non viene mai estrinsecato, ma magari viene messo da parte e la persona si crea una famiglia con figli per farsi riconoscere socialmente, si può ancora parlare di omosessualità?

Ma allora, chi è un omosessuale? E, facendo un passo indietro, ha veramente senso trovare una definizione di omosessuale oppure, come propugnano le teorie queer dagli anni Novanta in poi, la definizione di un orientamento sessuale significa ricadere in un riduzionismo, dove l'identità viene definita in base a con chi si va a letto?

Poiché la psicologia non ha a che fare direttamente con la realtà, ma con i vissuti del paziente rispetto al mondo che lo circonda, penso che, per un'indagine psicologica dell'omosessualità quale questa è, sia più utile rifarsi al concetto di desiderio, e non di comportamento. L'omosessualità, in campo clinico, può dunque essere definita come un desiderio di vicinanza affettiva e sessuale nei confronti di persone dello stesso sesso.

Mi sembra opportuno, a questo punto, precisare alcuni termini tecnici, distinguendo tra identità di genere ed orientamento sessuale. L'identità di genere dice come una persona si vive rispetto al proprio essere maschio o femmina, come si sente intimamente ( quanto mi sento donna nel corpo di una donna, oppure uomo nel corpo di uomo). L'orientamento sessuale, invece, dice da chi si è attratti: un uomo può essere definito omosessuale se attratto dagli uomini, eterosessuale se si innamora di donne.

Ritengo utile sottolineare la distinzione anche tra orientamento sessuale e identità

dell'orientamento sessuale. Quest'ultima è intesa come riconoscimento e internalizzazione del proprio orientamento sessuale,comprendente quindi vari elementi come l'autoconsapevolezza, l'auto-etichettatura, il sentirsi parte di un gruppo e di una cultura ed anche, naturalmente, accettazione o auto-stigmatizzazione, con rilevanti conseguenze sulla presa di decisioni, nella formazione di supporto sociale, modelli di ruolo, amicizie e rapporti interpersonali di vario genere.

Nel prossimo articolo approfondiremo invece il tema dell’omofobia e se omosessuali si nasce o si diventa.

Sono a disposizione per domande, chiarimenti, o per spunti su argomenti che desiderate approfondire.

Dott.ssa Federica Camellini

federicacamellini@libero.it

www.psicologolowcost.it

Redazione
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Pubblicato il 05 Giugno 2014
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