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Il campo di sterminio Auschwitz-Birkenau non è polacco

27 Settembre 2016

Egregio Direttore, siamo costretti a segnalare un fatto per noi sgradevole.

Nel testo della notizia “Auschwitz-Roma: continua la pedalata per la pace" è stata utilizzata in riferimento al campo di sterminio Auschwitz-Birkenau l’espressione erronea e fuorviante “campo polacco”  (“Dopo una visita spirituale al campo di concentramento polacco”).

http://www.legnanonews.com/news/48/61698/auschwitz_roma_continua_la_pedalata_per_la_pace

Come sappiamo bene tutti, i campi di sterminio non erano polacchi. L’errore è chiaramente non intenzionale e deriva probabilmente dalla volontà di indicare la localizzazione geografica. Questa specie di “automatismo” suscita ancor più preoccupazioni.

La denominazione corretta del campo di Auschwitz-Birkenau, basata sulla formula ufficiale approvata da UNESCO, è: “Auschwitz Birkenau. Campo nazista tedesco di concentramento e sterminio” (http://whc.unesco.org/en/news/363).

Abbiamo più volte sensibilizzato i media italiani sulla necessità di evitare espressioni erronee come quella usata nell’articolo indicato, per motivi che sicuramente sono evidenti anche per Lei. In particolare ogni anno, in prossimità della Giornata delle Memoria, indirizziamo ai giornalisti un appello nel quale invitiamo a prestare massima attenzione all’utilizzo della denominazione corretta del campo di Auschwitz, con la speranza di riuscire in tal modo a prevenire l’insorgere di situazioni sgradevoli che in passato ci hanno spesso costretto a chiedere chiarimenti e rettifiche.

A prescindere dalle intenzioni dell’autore che, come già detto, si riferiva presumibilmente soltanto alla localizzazione geografica del campo (comunque inaccettabile, in quanto lo stato polacco non esisteva negli anni del funzionamento dei campi di sterminio; i territori sui quali i campi erano situati era stati invasi e occupati dai nazisti tedeschi), l’utilizzo di espressioni erronee quali “lager polacco” o “campo di sterminio polacco” aggrava la confusione già esistente riguardo alla storia della Shoah e costituisce un grave e pericoloso errore che deforma la verità storica sullo sterminio perpetrato dallo stato nazista tedesco sul territorio occupato della Polonia e che insinua il dubbio sulle responsabilità dello stesso, offendendo così la memoria dei milioni di cittadini polacchi, ebrei e non, vittime del nazismo. Il rispetto della terminologia appropriata ci sembra ancora più importante in caso di messaggi e notizie veicolati da un mezzo di comunicazione on line e pertanto di larga diffusione.

Senza alcun riferimento al caso specifico oggetto della mail, vale la pena aggiungere che l’utilizzo di espressioni del genere potrebbe essere interpretato come una forma di negazionismo, considerando la definizione adottata dall’International Holocaust Remembrance Alliance – IHRA (http://www.holocaustremembrance.com/working-definition-holocaust-denial-and-distortion).

Vorremmo inoltre segnalare, come abbiamo già fatto per diverse redazioni, la nuova applicazione gratuita messa a disposizione dal Museo di Auschwitz che previene il ripetersi di tali errori. Si chiama “Remember” ed è uno strumento che forse vale la pena di testare.

La pregheremmo intanto di voler prendere le misure adeguate affinché il testo, ancora disponibile sul sito, venga al più presto rettificato.

Confidiamo che in futuro verrà mantenuta la massima attenzione sull’uso corretto del linguaggio soprattutto in merito a questioni inerenti alla preservazione corretta della memoria storica.

Distinti saluti

Anna Wawrzyniak Maoloni
Addetto Stampa Ambasciata della Repubblica di Polonia


(marco tajè) – Il nostro riferimento, che ha creato tanto dispiacere era unicamente di carattere geografico, come si è ben capito anche in Ambasciata. Per il resto, prendiamo atto, riflettendo comunque sul tono della richiesta. Ai lettori il giudizio finale.

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