La mensa solidale inaugurata oggi, 27 settembre a Canegrate,  «non vuole essere la mensa dei poveri aperta a chiunque, ma uno strumento che vada incontro alle esigenze più evidenti della città, un servizio a corollario dei servizi Sociali che invieranno qui i loro utenti che saranno, inoltre, chiamati ad aiutare i volontari nelle mansioni di pulizia e preparazione dei tavoli». Così il sindaco leghista di Parabiago, Raffaele Cucchi, ha spiegato le modalità di ingresso alla mensa, ribadite dal vice sindaco Adriana Nebuloni nel corso della cerimonia ufficiale di presentazione. 

Per accedere al servizio servirà, infatti, un accreditamento e rilascio del titolo di ingresso.

Rientra in questa logica di accreditamento anche la clausola del permesso di soggiorno, necessario per chi usufruisce del servizio: «Una clausola che mi ha colpito – commenta il consigliere comunale del Pd di Parabiago, Giorgio Colombo – trattandosi dell'unica discriminante. I servizi Sociali dovrebbero operare in una logica di aiuto a chi ha bisogno. Questa è una mensa solidale, un progetto importante e utile, ma dovrebbe aiutare tutti coloro che hanno bisogno. Mi è stato detto che ci sarà una fase sperimentale, spero che questa discriminante non diventi una regola nella gestione dei servizi sociali». 

Per il vicesindaco di Parabiago, Adriana Nebuloni, questa è una clausola inevitabile «dato che i servizi sociali non possono eludere la legge e questo è un servizio corollario ai servizi Sociali, le mense di Legnano e Rho gestite dalla Caritas sono al contrario aperte a tutti in uno spirito cristiano».

Il sindaco di Canegrate, Roberto Colombo (Pd), demanda invece l'invio degli utenti ai servizi sociali del suo Comune che seguono anche casi delicati di persone, talvolta minori, senza permesso di soggiorno: «Saranno valutate le situazioni. Non è stato facile arrivare a questo risultato – spiega Colombo – credo che l'importante sia iniziare, i bisogni sono tanti e servono risposte».