Quantcast

Cerresi a Tunisi: “La morte era lì, dietro due arcate”

Le due coppie rimaste coinvolte nell'attentato in visita dal sindaco Rossetti...

La paura di non riabbracciare più i propri familiari. Questo è stato il pensiero che ha abitato la mente delle due coppie cerresi rimaste coinvolte nell'attentato al Museo Bardo di Tunisi, un momento della loro vita che non dimenticheranno mai.

Con un filo di commozione, Vincenzo Varone con la moglie Francesca Pata e Roberto Borsani, questa sera, martedì 24 marzo, hanno deciso di raccontare ciò che hanno vissuto, quando un commando composto da tre terroristi armati ha preso d'assalto il museo tunisino.

I tre cerresi sono stati accolti, nella sala Camino del Comune di Cerro Maggiore, dal sindaco Teresina Rossetti che ha esordito: «Bentornati a casa. Ho seguito, con il cuore in gola, tutta la vicenda sin dalle prime ore e ci siamo tenuti sempre in contatto con i vostri familiari e la Farnesina. Fortunatamente, siete tornati a Cerro Maggiore sani e salvi».

Il primo a rompere il ghiaccio è stato Borsani: «Questa crociera, per noi, era paragonabile al viaggio di nozze mai realizzato. Mai ci saremmo aspettati di restare coinvolti in un attentato. Con altri due amici, che il giorno dell'assalto non erano presenti al museo, ci siamo imbarcati a Genova, sulla Msc. Un viaggio che a Tunisi si è rivelato un vero incubo». Il cerrese ha poi proseguito: «Eravamo tutti insieme. 6 amici di vecchia data. Primo scalo, Civitavecchia, poi Palermo e infine Tunisi. Quel giorno la nostra comitiva si è divisa: insieme a mia moglie Clara, a Vincenzo e a Francesca siamo saliti sul pullman 14 che ci ha portato al Museo. Ricordo che la guida ci disse di fare in fretta per evitare la ressa. E, così, alle 11.30, siamo arrivati sul posto. Abbiamo fatto in tempo a visitare tre stanze poi le urla e gli spari. Si sentiva solo "Via, via di corsa". La nostra guida ci ha fatto riparare dietro ad alcuni archi».

Pata ha poi proseguito il racconto: «C'era una grande confusione e, inizialmente, non si capiva che stesse accadendo. Un gruppo di persone urlanti e spaventate sono entrate nella sala dove ci trovavamo noi. Poi abbiamo sentito solo spari». Con emozione la donna ha proseguito: «In quei momenti non pensi più a nulla. Ho tirato fuori il mio rosario e mi sono messa a pregare».

Infatti, hanno spiegato i 4 cerresi, in un attimo hanno rivisto, come in un film, la loro intera vita, poi il vuoto e un'unica domanda: «Rivedremo ancora una volta i nostri figli, nipotini, gli amici?».

Dopo diverse ore i turisti cerresi, con gli altri compagni di viaggio, sono stati scortati dalle forze speciali fuori dal Museo direzione Parlamento: «Il momento di maggior paura – commenta Borsani – è stato quando stavamo salendo la scalinata che collega il Museo al Parlamento: si sentivano solo gli spari. Istante di terrore che è stato appunto ripreso e mandato in onda sui telegiornali. Immagini che mio figlio ha visto constatando che eravamo ancora vivi».  (nella foto Borsani con la moglie)

Poi, la salvezza: «Siamo stati condotti verso due pullman: il primo, quello a noi destinato noi, è stato letteralmente preso d'assalto – ha raccontato Varone –. E così siamo tornati sulla nave. Solo il giorno dopo ci siamo effettivamente resi conto di quello che era accaduto, in quanto il capitano ha speigato a tutti i passeggeri che durante l'attentato erano sono stati registrati 9 morti e 11 feriti. Ringraziamo Dio di essere qui a raccontare quello che abbiamo vissuto. Nei giorni a seguire ognuno di noi ha reagito in maniera diversa: è stato difficile togliersi di dosso la paura. Quando siamo sbarcati a Genova siamo stati trattati con delicatezza tanto che ci hanno scortato e accompagnato sino alle nostre rispettive auto».

Per approfondire
Attentato a Tunisi: cerresi sulla via del ritorno
Attentato a Tunisi: stanno bene i sei cerresi

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi con attenzione.
Pubblicato il 24 Marzo 2015
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore