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RIFLESSIONE SULLE AREE DISMESSE CON IL SAGGIO DI MARIO DE GASPARI

0711_aree.jpg ‘La terra è un buon investimento: non se ne produce più’. Questa è una battuta dell'umorista Will Rogers, leitmotiv del presente saggio incentrato sulla commistione, non sempre virtuosa, tra amministratori pubblici e imprenditori.
Mario De Gaspari, ex sindaco di Pioltello, sa perfettamente che il suolo, il territorio che costituisce l’habitat di una comunità, è il suo bene più prezioso, proprio perché, a differenza di un manufatto che può essere riprodotto all'infinito, ha limiti fisici oggettivi e, una volta usato, è perduto.

 

Nel suo saggio, presentato a Palazzo Leone da Perego e dal titolo ‘Il malessere della città’ , ha così fatto un atto d’accusa, teso a mettere in evidenza la commistione, non certo virtuosa, tra amministratori e imprenditori, che usano la terra che circonda la città non tanto per il bene comune, quanto per compiere operazioni immobiliari dalla valenza quasi esclusivamente finanziaria, e anche un j’accuse che vuole mostrare come le concezioni liberiste presentino spesso un sottoprodotto inquietante: la libertà di saccheggio.

La presentazione del libro ha visto la partecipazione di Paolo Bignamini,direttore del mensile ‘In Piazza’, di Giambattista Fratus vicesindaco di Legnano e di Stefano Quaglia consigliere comunale del PD a Legnano.

‘Attraverso l'uso del suolo – ha affermato De Gaspari – si crea denaro. Bene, come mettere i suoli al servizio della comunità? Il suolo deve tornare a essere ricchezza di tutti i cittadini’. 

‘Ma se il territorio è diventato finanza – ha fatto presente Fratus nel dibattito –  è difficile programmare il territorio. O la finanza cambia oppure nulla possiamo fare nell'urbanistica. E i Comuni possono osare fin che vogliono ma spesso vengono bloccati’.
 
L'intervento di Quaglia invece ha puntato il dito su esempi da non imitare, specie a livello locale: ‘Il primo da non seguire – ha affermato il consigliere del PD – coincide con la riqualificazione dell'ex area Cantoni. Bella o brutta che sia, 20 anni di dibattiti hanno dato a Legnano un supermercato e una manciata di palazzoni. Cosa ha guadagnato la città?’

‘Un PRG scritto ‘a matita’ – ha proseguito Quaglia – ha favorito riqualificazioni slegate le une dalle altre, quasi sempre in residenziale. Perchè così tanta fretta nel realizzare varianti urbanistiche appena un'attività cessa? Tante riqualificazioni di aree slegate le une dalle altre non giovano alla città, vanno inquadrate tutte in un disegno di città’.

Non solo domande e critiche da Quaglia, ma anche qualche proposta: un piano di recupero delle aree dismesse a livello di Alto Milanese, un'università nella Manifattura, tenere conto delle aree dismesse nel piano dei servizi.
 
La risposta è arrivata da Fratus: ‘Le università non decentrano più e la Cantoni ha comunque portato delle migliorie di spessore per la città’.
In questo suo intervento, la conferma che la nuova biblioteca è destinata sempre a rimanere un sogno nel cassetto dell'attuale amministrazione comunale, sempre per problemi legati al rispetto del Patto di stabilità, e che il PII del vecchio ospedale è stato modificato, togliendo il limite di altezza per salvaguardare il parco che nascerà.
 
Le battute finali di De Gasperi (‘I Comuni devono riscoprire di essere padroni del territorio’) e di Fratus (‘Ma gli enti locali non hanno strumenti determinanti’), hanno finito per dare la misura di quanto il mondo della finanza sovrasta la politica cittadina ed a volte anche quella sovracomunale.  

Per visualizzare la presentazione di Stefano Quaglia, cliccare qui:
http://www.stefanoquaglia.it/varie/pdlegnano/serata5lug2010.ppt  

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Redazione
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Pubblicato il 06 Luglio 2010
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