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Profughi: Il prefetto “dà i numeri”

Nuovi dati per l'Alto Milanese dove dovrebbero arrivare 642 richiedenti asilo - Il prefetto si "accontenterebbe" di 160... La preoccupazione della Lega

Nell'immagine i rifugiati afghani che beneficiano del progetto Sprar a Legnano


Potenziare il progetto Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) per accogliere almeno 160 profughi. In sintesi, sono queste le modifiche che potrebbero essere apportate al protocollo d'intesa per la gestione diffusa dell'emergenza profughi sottoposto dalla conferenza dei sindaci del territorio.

Un documento non ancora firmato e utile per ridefinire l'accoglienza profughi nei 22 Comuni dell'Altomilanese. Un piano discusso in questi giorni, al tavolo di lavoro tra i primi cittadini dell'Altomilanese e la Prefettura di Milano.

L'emergenza profughi è reale ma il piano d'accoglienza resta ancora indefinito così come i suoi. Se inizialmente (nel mese di aprile) erano previsti 300 arrivi nella Caserma Cadorna, con la recente ripartizione fissata a Roma con l'Anci (2,5 ogni mille abitanti) nei 22 Comuni arriverebbero 642 richiedenti asilo. Di fronte a questa ipotesi i sindaci della zona omogenea dell' Alto Milanese avrebbero però puntato i piedi e il prefetto di Milano Alessandro Marangoni, sarebbe "sceso a patti" proponendo, per il momento, 160 migranti.

Come ci ha confermato l'assessore alle Politiche Sociali Gian Piero Colombo i sindaci dell'Alto Milanese hanno messo subito in chiaro quelle che sono le capacità ricettive del territorio:«Il numero dei profughi che potrebbero arrivare sul territorio resta non è ancora chiaro – spiega l'assessore Colombo -. Così come non è certo che i profughi che, già stiamo accogliendo con il Sistema centrale di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), rientreranno nei 160. Speriamo che il Prefetto ne tenga conto a tutti gli effetti. Va ancora tutto ridiscusso e la tempistica non è definita. Una novità è la possibilità di potenziare il sistema ordinario Sprar e non quello straordinario».

A preoccupare è anche il fatto che i Comuni dovrebbero farsi carico delle convenzioni. La stazione appaltante che deciderà i gestori dei centri di accoglienza «dovrà essere Città metropolitana».

Ricordiamo che al momento sono 25 i profughi ospitati dalla Fondazione Padri Somaschi in via Quasimodo. Sono invece 15 i migranti (10 a Legnano e 5 a Canegrate) gestiti da Padri Somaschi e cooperativa Intrecci nell'ambito dello Sprar. Qui l'articolo: "Io, fuggito dai talebani, accolto a Legnano". Resterebbero esclusi i 15 minori ospiti a Parabiago, che fanno capo a Milano, e i 12 di San Vittore, che fanno capo a Rho.

Dunque, la situazione potrebbe chiarirsi, giovedì 17 novembre, in occasione del prossimo incontro tra i sindaci e la prefettura.

Come aveva già chiesto il consigliere metropolitano (Lega Nord), Raffaele Cucchi (Qui l'articolo: "Città Metropolitana: Quale il suo ruolo sui profughi?"), anche il collega legnanese di Ncd, Luciano Guidi chiede all'ente di chiarire il suo ruolo istituzionale in questo progetto di accoglienza, proprio perchè la Città Metropolitana dovrebbe fare da tramite tra Governo e Comuni e chi è all'opposizione non ne è informato. 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Novembre 2016
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