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Commemorazione deportati Franco Tosi: l’intervento di Alberto Centinaio

Discorso integrale del nostro sindaco alla commemorazione in Tosi...

«L’annuale manifestazione organizzata per ricordare i lavoratori della Franco Tosi deportati nei lager nazisti è diventata con il passare del tempo un appuntamento carico di significati che vanno ben oltre il tragico evento del 5 gennaio 1944.

Settantadue anni fa due camion pieni di SS, coadiuvati da reparti della milizia fascista, irruppero in questo stabilimento per mettere fine a una lunga sequela di scioperi che paralizzava la produzione bellica. Lo fecero arrestando un gruppo di lavoratori sindacalizzati, alcuni dei quali esponenti di primo piano del movimento antifascista legnanese. Otto furono deportati nei lager tedeschi. Uno solo sarebbe tornato a casa; gli altri sette morirono di fame, freddo, lavori forzati e malattia.

Questo è il motivo principale per cui siamo qui oggi riuniti ed è doveroso fare memoria di coloro che persero la vita per non rinunciare ai loro ideali di libertà e democrazia.

L’appuntamento odierno non deve limitarsi solo al passato in quanto i valori che animavano i lavoratori di ieri sono gli stessi che con preoccupante frequenza vengono messi in pericolo in varie parti del mondo.

L’anno scorso ci siamo riuniti a pochi giorni di distanza dal tragico attentato alla redazione del giornale satirico parigino “Charlie Hebdo”, un evento che pensavamo isolato ma che invece ha segnato l’inizio di una terribile catena di episodi terroristici in varie parti del mondo. Ieri come oggi assistiamo al ripetersi di fatti che, seppure verificatisi in epoche e contesti differenti, sono la conferma di quanto la violenza, l’intolleranza, l’odio politico, religioso e razziale sono ancora largamente diffusi nel mondo.

Si è drammaticamente allungato l’elenco delle località colpite dal fanatismo. E’ una contabilità tragica quella che con crescente frequenza i mezzi di comunicazione sociale portano nelle nostre case. Rischiamo di allarmarci soltanto quando un attentato avviene vicino a noi (vedi gli ultimi fatti parigini) e di reagire con minore sdegno quando si verificano a migliaia di chilometri di distanza dall’Europa. E’ un rischio che dobbiamo evitare perché in un pianeta globalizzato come quello in cui viviamo è soltanto una pia illusione valutare in termini di vicinanza o meno la pericolosità di certi episodi.

Voglio ribadire quanto dissi l’anno scorso: la convivenza in una società che sarà sempre più multietnica, multiculturale e multireligiosa non può prescindere dall’affermazione di valori come la libertà, la democrazia e il pluralismo. Lo dobbiamo ai deportati della Franco Tosi che oggi ricordiamo. Se l’Italia riuscì a risollevarsi dalla tragedia della guerra e a ricostruire un Paese basato sulla democrazia e su valori condivisi, è anche grazie al loro sacrificio. Senza tentennamenti e compromessi misero al primo posto la difesa dei diritti sindacali e della libertà di espressione di fronte a chi usava l’odio e la violenza per distruggere la vita umana.

L’attenzione ai fatti internazionali non deve farci dimenticare problemi più vicini a noi. Mi riferiscono alle più recenti vicende che coinvolgono la Franco Tosi. Quest’anno, finalmente, possiamo guardare al futuro di questa importante fabbrica con più ottimismo. Abbiamo infatti rischiato di consegnare alla storia industriale della nostra città e dell’Italia intera il marchio Franco Tosi. Oggi, al contrario, registriamo segnali positivi che hanno invertito la tendenza negativa sul versante occupazionale e produttivo.

Un anno fa, proprio in queste settimane, stavamo vivendo momenti carichi di preoccupazione. Ricordo i frequenti viaggi a Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico, per favorire una soluzione in grado di far uscire l’azienda dalle secche di una pericolosissima crisi l’azienda. Abbiamo tenuto anche un Consiglio comunale aperto a tutte le forze politiche, sindacali, produttive e sociali del territorio dentro questi capannoni per ribadire che Legnano e gli altri comuni dell’Alto Milanese non potevano accettare passivamente il lento declino di una fabbrica così importante e strategica. Nei mesi successivi il clima è cambiato e ora la “Franco Tosi Meccanica Spa” sta tornando sul mercato con la dignità di un tempo.

Certamente non tutti i problemi sono stati risolti. Se 182 lavoratori hanno potuto festeggiare pochi giorni fa la partenza per l’Iran di una grossa turbina, vi sono altri dipendenti in cassa integrazione (tra l’altro penalizzati dall’INPS) che attendono ancora un futuro migliore. Con l’arrivo della “Bruno Presezzi Spa” sono stati gettati semi importanti per far rifiorire la Franco Tosi di un tempo.

Ci vorrà ancora del tempo, ma dobbiamo essere fiduciosi che le cose miglioreranno ulteriormente. Un concetto voglio ribadire oggi con forza: Legnano non lascerà mai soli i lavoratori di questa fabbrica perché il loro destino si intreccia con quello dell’intera città. Il mio auspicio è che tra un anno si possa tutti salutare con soddisfazione altri passi in avanti verso una piena normalizzazione delle relazioni industriali».

Redazione
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Pubblicato il 19 Gennaio 2016
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