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Attentati a Istanbul: “Non bisogna vivere nel terrore”

Ad affermarlo è la legnanese Adriana Gulizia le cui figlie gemelle si trovavano nella città turca quando un kamikaze si è fatto saltare in aria...

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata in redazione da Adriana Gulizia, legnanese e onsigliera del Parco Alto Milanese,  in seguito l'attentato di Istambul dove questa mattina un kamikaze si è fatto saltare facendo strage di turisti tedeschi vicino alla moschea Blu e a quella di Santa Sofia. 

In quel momento le  sue figlie gemelle erano su un battello sul Bosforo e stanno bene. La legnanese ha deciso di scrivere ai giornali per affermare con determinazione che non bisogna vivere nel terrore. Di seguito il testo integrale


Egregio direttore,

 vi scrivo questa lettera dopo l'attentato di Istambul, per affermare con determinazione che non bisogna vivere nel terrore. Sono ben consapevole che non è mai una buona idea esporsi in prima persona ed è per questo che mi auguro che le mie parole entrino nelle vostre narrazioni e vengano condivise da molti.

Perchè io non vivo nel terrore

Stamattina, 12 gennaio 2016, verso le 9.00 le mie figlie gemelle erano in vacanza a Istambul. Erano su un battello sul Bosforo e non giravano per piazza Sultanahmet, dove si trovano le maggiori attrazioni turistiche della città e dove un kamikaze si è fatto esplodere, uccidendo numerosi turisti.

Le ho sentite per telefono, stanno bene e ho augurato loro di continuare la loro vacanza, come donne libere, consapevoli e cittadine del mondo. Qualcuno pensa che questo atteggiamento sfidi la buona sorte e che a volte uno se le vada a cercare. Io non la penso così.

Non sono terrorizzata da un ragazzo di 28 anni, di soli 3 anni più grande delle mie figlie, che si fa esplodere in una piazza pubblica, vittima anch’egli degli ideologi del terrore. Non permetterò che le conquiste di libertà, di pari opportunità tra uomini e donne, le conquiste di bellezza, pace e amore, fatte dalle nostre nonne e poi dai ragazzi del ‘68 vadano perdute oggi. Io mi batto, esercitando la mia libertà, qui e adesso.

Noi donne italiane non ci chiuderemo in casa, spaventate. Noi donne europee abbiamo il dovere di non retrocedere di fronte a chi vuole ricacciarci sotto la “protezione” di qualcun altro e trattarci nuovamente come oggetti di possesso. Noi cittadini europei, uomini e donne, di qualunque credo religioso, abbiamo il dovere di proteggere quei diritti conquistati per noi dalle generazioni passate, per trasferirle alle generazioni future.

Noi cittadini europei abbiamo il dovere di proteggere la nostra cultura, la nostra storia. Andremo avanti a vivere serenamente, a lavorare ogni giorno, a viaggiare per il mondo. Continueremo a credere di poter costruire il nostro futuro nella pace, fondando i nostri valori su principi di libertà e democrazia. Proteggeremo la bellezza dei luoghi in cui viviamo, guardiani della nostra storia e del valore della vita umana.

Perché non ho paura di un terrorista? Perché sono capace di pensare con la mia testa e credo nella ragione, nella scienza e nella statistica. Se così non fosse, non avrei dovuto consentire alle mie figlie di fare la patente, quando c’era la psicosi delle “stragi del sabato sera” e la certezza che in Italia muoiono, per incidente stradale, 1.500 persone ogni anno.

Non avrei dovuto consentire alle mie figlie di andare a ballare in discoteca con le amiche, per paura delle droghe, mentre invece credo che ai figli bisogna insegnare ad avere la responsabilità delle proprie vite e delle proprie azioni. So che è necessario correre dei rischi, per vivere da persona libera e crescere dei figli responsabili. So che fa più clamore un albero che cade piuttosto che una foresta che cresce e io ho scelto di prendermi cura della foresta, che mi è madre, amica e nutrice.

Accetto che la vita abbia le sue parti di gioia e le sue parti di dolore. Accolgo la bellezza che mi viene offerta, sopporto le paure e le sofferenze che mi toccano.Ogni essere umano deve affrontare la sfiga che la vita gli riserva. Alcuni dolori fanno clamore e finiscono come tendenze su twitter e sui social, per qualche ora. Il 12 gennaio 2012 #Istambul è al secondo posto dopo #Sanremo2016. La canzone melodica vince l’orrore.  

Sono orgogliosa di essere una donna italiana, di essere una cittadina europea e di poter affermare con strenua decisione il mio amore per l’Italia e per l’Europa e per tutti i valori che queste due appartenenze significano. E con audacia e caparbietà dico: Io non vivo nel terrore.

Adriana Gulizia

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Gennaio 2016
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